Forgillo: non si rassegnava alla separazione

Il presidente del tribunale ribadisce che «tutto è stato fatto nel pieno rispetto della legge»

AVEZZANO. «Mi ricordo bene di quest’uomo, che ho incontrato in sede di separazione con sua moglie». Il presidente del Tribunale di Avezzano, Eugenio Forgillo, ieri mattina, mentre rientrava nel suo ufficio al primo piano del tribunale, si è soffermato qualche minuto con gli agenti di polizia penitenziaria, che attendevano Veli Selmanaj fuori dell’aula 5, in cui si è tenuto l’interrogatorio per l’udienza di convalida. È curioso di sapere se l’uomo abbia confermato la sua dichiarazione di colpevolezza.

«Ho incontrato Veli Selmanaj», ci racconta il presidente Forgillo, «insieme a sua moglie e alle sue figlie più di una volta. All’udienza che si è tenuta prima dell’estate, mi sono rimasto impressi il carattere molto forte di quest’uomo e il suo atteggiamento irremovibile nei confronti della famiglia. In particolare, ricordo un episodio. Sua moglie chiese l’autorizzazione per recarsi in Kossovo insieme alle figlie, per partecipare ad alcuni eventi della vita familiare, nel loro Paese di origine. Già il gip aveva deciso per l’allontanamento di Semanaj dal nucleo familiare e io avevo predisposto il non diritto di visita ai figli. Riconfermando anche l’allontanamento. E invece lui non voleva assolutamente che si muovessero da sole. Addirittura chiedeva di recarsi lì con loro e di soggiornare all’interno della stessa casa. Con la moglie e le figlie. Una richiesta che sarebbe stato assurdo assecondare considerate le circostanze».

«Fatime era una donna molto determinata. Che aveva fatto una scelta. E lo erano anche le figlie», continua Forgillo, «come in ogni causa di separazione, considerate anche le gravi accuse mosse dalle figlie al padre, ho cercato in tutti modi di persuadere Selmanaj dal continuare ad avere questo atteggiamento così duro, nei confronti della moglie e delle ragazze. Ma era assolutamente fermo sulle sue posizioni. Si tratta di un episodio che ha sue radici nella cultura di questo nucleo familiare. Un fatto che comunque ci addolora e che lascia un segno anche nelle persone che hanno avuto modo di conoscere la famiglia. Noi, come tribunale, abbia fatto tutto quello che andava fatto, nel rispetto della legge. Il gip aveva predisposto l’allontanamento, riconfermato poi nella prima udienza, e il padre non aveva il diritto di incontrare i figli».

Magda Tirabassi

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