Fucino, adesso si contano i danni: «Pochi agricoltori sono assicurati» 

La Regione ha avviato le verifiche per le perdite provocate dalle piogge torrenziali degli ultimi giorni Ma Coldiretti lancia l’allarme: «Non tutti i produttori si sono tutelati nel caso di calamità naturali»

AVEZZANO. Troppi pochi imprenditori agricoli sono assicurati per i danni alle colture. Le piogge torrenziali di questi giorni che hanno letteralmente invaso i campi del Fucino costringendo gli agricoltori a ritardare le semine o a seminare in condizioni difficili hanno riacceso i riflettori sul problema dei danni.
I DANNI
Le piogge torrenziali dei giorni scorsi hanno creato sia disagi per la mancata piantumazione degli ortaggi, con la conseguente assenza di raccolto, sia per gli investimenti fatti in semi e piantine rimaste ferme nelle celle frigorifero e nei magazzini delle aziende in attesa di essere messe a dimora. Un danno, quindi, duplice per le aziende agricole che peserà non poco sul fatturato della stagione che si preannuncia già in negativo rispetto a quella dello scorso anno.
STATO DI CALAMITÀ
La Regione ha già attivato tutte le procedure necessarie per verificare se ci sono le condizioni per richiedere lo stato di calamità. Dopo l’incontro con i sindaci e le associazioni di categoria, la prefettura non ha escluso l’ipotesi di attivare la protezione civile. Durante la riunione in prefettura è stata sollevata la problematica della pulizia dei fossi di scolo delle acque piovane. «In questo momento non ci appassiona per niente sapere di chi è la competenza della pulizia di questi canali», dichiara il direttore di Coldiretti L’Aquila, Domenico Roselli, «è da anni che va avanti questa storia sulle responsabilità». Anche il presidente della Confagricoltura Abruzzo, Fabrizio Lobene, ha dichiarato che «esistono dei pozzi secondari di pertinenza comunale che spesso non vengono correttamente puliti, c’è da dire però che nonostante tutto questo danno il Consorzio di Bonifica Liri Garigliano ha fatto un ottimo lavoro tanto da preservare la gran parte dei terreni agricoli. C'è un limbo da sistemare sui pozzi comunali», conclude Lobene, «è necessario definire una volta per tutte a chi spetta la manutenzione».
POCHE ASSICURAZIONI
In concomitanza con la calamità si è tornati a parlare della mancanza di fiducia degli agricoltori del Fucino nelle assicurazioni. Nonostante le campagne informative e gli incontri organizzati sui territori per sensibilizzare gli imprenditori sono ancora pochissimi quelli che decidono di assicurare le colture e crearsi una via di fuga in caso di problemi come quello che si sta verificando in questi giorni. «Il dato è molto chiaro», ha commentato Roselli, «sono ancora troppi pochi gli agricoltori che si sono assicurati credendo in questa soluzione come consona per poter affrontare le difficoltà. Come Coldiretti ci siamo impegnati per informare gli imprenditori sulla possibilità di stipulare delle polizze per le loro colture eppure in pochi hanno recepito il messaggio». Il direttore Roselli ha evidenziato che è ancora presto per poter fare una stima dei danni complessiva «riceviamo molte chiamate per i problemi registrati nelle diverse zone del Fucino, ma per capire quanto è stato compromesso bisognerà attendere ancora. I danni, infatti, si possono capire a distanza di giorni perché l’acqua ancora non defluisce dai campi e i terreni non si svuotano ».
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