Fuga dagli hotel, Parco in crisi

Vuoti anche i camping, piste da sci chiuse: allarme degli albergatori

PESCASSEROLI. Vuoti gli alberghi, le case-vacanza e persino i campeggi. Prenotazioni disdette fino all’estate. Un migliaio di posti di lavoro in bilico. «Il nostro è un terremoto economico, rischiamo la rovina: non s’era mai vista una cosa così», gli operatori turistici del Parco e dell’Alto Sangro chiedono aiuto al Centro. Perché in quest’angolo d’Abruzzo, dove il sisma si è appena avvertito e non ha lasciato lesioni agli edifici, i vacanzieri non arrivano più. Tanto che il consorzio Skipass, che gestisce gli impianti di risalita del comprensorio, ha deciso di chiudere le piste da sci.

Santina Del Principe, titolare dell’hotel “Il picchio” a Pescasseroli, mostra un faldone di fax. Tutte disdette. «Da qui a fine giugno», precisa, «e nessuno chiama per le prenotazioni. Abbiamo annullato quindici gite scolastiche da Sicilia e Campania». Le 56 strutture ricettive della “capitale del Parco” sono vuote, così come sono liberi i 30mila posti nelle abitazioni e i 3mila nei campeggi. «I clienti hanno paura», afferma Angelo Saltarelli, vicepresidente dell’Associazione albergatori, «ma bisogna fare delle distinzioni perché l’Alto Sangro non è stato danneggiato dal sisma. Per noi il terremoto è economico. Solo qui a Pescasseroli sono a rischio 500 posti di lavoro». Secondo il vicesindaco di Pescasseroli, Italo Gallinelli «la situazione è allarmante.

A Pasqua tutte le strutture sono rimaste chiuse. Va precisato che qui non ci sono stati danni e che le strutture sono sicure. Chiediamo provvedimenti a Regione e governo». L’ultima telefonata ricevuta dall’assessore Gaetano Tarquinio (Commercio) è di Ecotour per annunciare la disdetta di 200 autobus di studenti in gita. «La situazione è gravissima», sostiene Lorella Di Girolamo dell’hotel Edelwisse, «addirittura alcuni anziani hanno annullato le vacanze ad agosto». Da Gildo Beniamino, del direttivo degli Albergatori, arriva un appello: «Questa zona dell’Abruzzo è tranquilla. I turisti possono stare tranquilli». Ma si ha paura di trascorrere le vacanze persino nei campeggi. «Proprio così», conferma Guglielmo Gentile del camping Sant’Andrea, «a Pasqua avevo occupati due camper sui cento disponibili. Adesso ci sono solo disdette».

Non va meglio a Villetta Barrea. «Le attività sono fortemente penalizzate», spiega Alessandro Beniamino, che con la sua famiglia gestisce un ristorante, tre alberghi e punti ristoro alla Camosciara e sulle rive del lago di Barrea, «ci sono disdette anche per le colonie di luglio». Il consorzio Skipass ha chiuso le piste. «Non si vede più uno sciatore», sottolinea il direttore Franco Casacchia. Vuoti anche i tremila posti tra Roccaraso e Rivisondoli. «Stiamo preparando un documento da inviare al sottosegretario al Turismo Michela Brambilla», dice Armando Cipriani, sindaco di Roccaraso, «qualcuno deve ricordarsi di noi nella quarta, quinta fase di questa emergenza».