Furbetti del cartellino nel Comune di Sulmona, altri sette indagati

Il pm contabile: «Timbravano il badge per conto dei colleghi assenteisti. E questi a loro volta ricambiavano il favore»

SULMONA. A loro la Corte dei conti non ha contestato il danno erariale, ma figurano nella lista dei dipendenti che avrebbero “strisciato” il cartellino dei colleghi contribuendo a far sì che si assentassero ingiustificatamente dal lavoro. Dipendenti sia del Comune che delle cooperative che svolgono servizi per conto dell’ente, i quali si sarebbero preoccupati di sostituirsi ai colleghi assenti senza permesso nelle timbrature. Si tratta di Antonio Mangiarelli, Paolo La Gatta, Roberto D’Aurelio, Genoveffa Amatangelo, Mirko Carabia, Claudia Di Loreto, Luminita Josub.

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Un’abitudine consolidata, nel Comune di Sulmona, quella di timbrare il badge per il collega d’ufficio o l’amico o il familiare. Secondo quanto emerso dalle indagini dei finanzieri, a palazzo San Francesco la vita si svolgerebbe come in una famiglia allargata, e se si escludono i pochi ligi alle regole, la maggior parte dei dipendenti coprirebbe il collega, quando si tratta di allontanarsi dall’ufficio per svolgere altre attività che nulla hanno a che vedere con il lavoro. L’esempio più eclatante di questo fenomeno che era entrato nella vita di dipendenti, funzionari e dirigenti è stato registrato dagli uomini della Guardia di Finanza quando, a fine turno, ognuno timbrava per l’altro.

Un favore che veniva restituito alla prima occasione. Felicia Vanacore timbrava per Venanzio Piccoli così come Luminita Josub, mentre Anna Rita Spagnoli e Patrizia Ciniglio facevano il favore a Rita Mastrangioli. Alessandro Ginnetti, nei momenti di assenza, consegnava il suo badge a Ivana Sfronsone e Antonella Di Placido alla quale restituiva la cortesia. La Di Placido, sempre secondo i rilievi fotografici e i filmati, era una delle più attive nel timbrare cartellini che appartenevano ai colleghi di lavoro. Le Fiamme gialle hanno infatti accertato che l’avrebbe fatto per 17 volte. Fenomeno evidenziato, anche se in maniera meno pesante, nell’ufficio anagrafe dove alcuni dipendenti, a turno, si preoccupavano di validare il badge per coprire le assenze ingiustificate della responsabile Mirella Santilli.

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Nel frattempo il sindaco Annamaria Casini, alla luce delle notifiche della Procura della Corte dei conti, torna a chiedere che sia fatta chiarezza. «Attendo comunicazioni ufficiali e, comunque, al momento, non mi sento di puntare il dito contro nessuno», sottolinea il sindaco. «Ho il dovere di tutelare l’ente e mi preme sottolineare che, in questo Comune, c’è personale che lavora scrupolosamente. Ora questa situazione rischia di paralizzare gran parte delle attività. Chi ha sbagliato dovrà assumersi le responsabilità, ma niente caccia alle streghe».

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