Furbetti nel mirino della Corte dei conti

Attesi i primi provvedimenti per danno erariale a carico dei dipendenti “pizzicati” dalle telecamere della Finanza

SULMONA. «Lo sapevamo che sarebbe finita così. Siamo in Italia e chi non rispetta le regole resta impunito». Non è stata presa molto bene da buona parte dei dipendenti del Comune, ma anche dai cittadini, la notizia che la tanto attesa riforma della pubblica amministrazione, la cosiddetta legge Madia, entrata in vigore il 13 luglio scorso, rischia di essere affossata perché ritenuta in alcune parti incostituzionale. E con essa anche l’inchiesta avviata dalla Guardia di finanza sui furbetti del cartellino del Comune di Sulmona. Quarantasei dipendenti comunali che le Fiamme gialle hanno filmato per tre mesi scoprendo che dopo aver timbrato il badge, o esserselo fatto timbrare da altri, si dedicavano alle più svariate attività meno che a quelle per le quali venivano mensilmente retribuiti.

In Comune da lunedì scorso non si parla d’altro: gli onesti gridano allo scandalo mentre quelli che pensavano di dover pagare un conto salato si stropicciano le mani convinti che senza le nuove norme, molto più restrittive delle precedenti, tutto finirà in una bolla di sapone. Non la pensa così la Procura della Corte dei conti che, dopo aver aperto un voluminoso fascicolo sulla vicenda, si appresta a chiudere la fase istruttoria dell’inchiesta invitando i presunti dipendenti infedeli a fornire le proprie controdeduzioni in merito alle contestazioni che verranno formulate. Una sorta di avviso di garanzia che il sostituto procuratore regionale della Corte dei conti Erika Guerri, titolare dell’inchiesta di Sulmona, si appresta a notificare prima di preparare il conto finale. E per alcuni si tratterà di una vera e propria batosta. Anche se le contestazioni non potranno mettere in discussione il posto di lavoro, i giudici contabili stanno preparando un lungo conto che faranno recapitare a ognuno dei dipendenti comunali assenteisti. Per alcuni si tratta di migliaia di euro che dovranno riversare nelle casse del Comune. Ore di lavoro e addirittura intere giornate in cui i dipendenti risultavano in ufficio mentre in realtà erano impegnati in altre attività. Cosa che sarebbe testimoniata dai filmati girati dai finanzieri. In ballo anche i tanti buoni pasto che i dipendenti, così come qualche dirigente, intascavano senza averne diritto. Insomma non si tratterebbe di pochi spiccioli e dalla Corte dei conti sono determinati a chiudere la pratica molto in fretta. Nel frattempo va avanti anche l’inchiesta penale. È in corso, infatti, un’opera di scrematura delle posizioni meno pesanti mentre per quelli a carico dei quali gli uomini del tenente Luigi Falce avrebbero raccolto prove incontrovertibili, sarebbero in arrivo avvisi di garanzia su disposizione del sostituto procuratore Stefano Iafolla.

Più complesso il fronte amministrativo che si è ingarbugliato ulteriormente dopo la dichiarazione di incostituzionalità di alcune parti della riforma della pubblica amministrazione entrata in vigore appena qualche mese fa.

Sarà molto difficile assistere ai primi provvedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti assenteisti, anche perché tra i 46 indagati figurerebbero anche alcuni dirigenti titolati a irrogare sanzioni. E alla luce di questa particolare situazione non è escluso che il sindaco Annamaria Casini decida di ricorrere al prefetto affinché venga nominata una commissione ad hoc. Un gruppo di lavoro con il compito di esaminare il caso, stabilendo natura e consistenza dei provvedimenti da adottare a carico dei dipendenti “pizzicati” dalle telecamere della Finanza.

©RIPRODUZIONE RISERVATA