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Gabriella racconta il suo «grande fratello»

«Pietro riusciva in tutto e presto si sarebbe laureato in Legge con tutti 30 e 30 e lode»

TRASACCO. Assomiglia a Pietro come una goccia d'acqua: il volto, il sorriso. E' Gabriella Taricone. Sorella, amica e compagna di giochi dello sfortunato attore.

Quanti segreti, quante speranze si sono confidati. Tra i due è rimasto un legale fortissimo, tanto che Gabriella ha finito per trascurare la propria attività professionale (è biologa), per prendersi cura della piccola Sophie, quando i genitori erano impegnati sul set.
Da quel tragico pomeriggio Gabriella non ha lasciato sola la nipotina neppure un istante. Mentre ci accoglie, Sophie, 5 anni, gioca in giardino con i cuginetti, figli della stessa Gabriella e dell'altro fratello, Maurizio, sotto gli occhi vigili dei nonni Rita e Francesco, della bisnonna Iole e dello zio Emilio.

«Sophie», racconta Gabriella «non si è accorta di niente: al momento della tragedia si trovava al parco giochi. Dopo qualche giorno le abbiamo detto la verità. Ma è troppo piccola, non se ne rende ancora conto. Sta a noi aiutarla a crescere senza traumi e a raccontarle chi era suo padre. Sophie per Pietro era la cosa più importante della sua vita. Padre e figlia vivevano in simbiosi».

Gabriella ha parole di grande affetto anche per la cognata, che divide il suo tempo tra Trasacco e Formello (Roma), dove ha una magnifica tenuta.

«Kasia è disperata», rivela Gabriella «col marito ha perso anche un compagno di giochi. Tra loro c'era grande complicità. Kasia è stata un'ottima compagna. Assecondava il marito in tutto».

Qual era il grande sogno di Pietro?
«Fare l'attore con la A maiuscola. Purtroppo l'esperienza del Grande Fratello, che gli ha dato una grande popolarità e che egli non ha mai rinnegato, gli è rimasta come un'etichetta. Pietro, però, sentiva che il mondo dello spettacolo non gli apparteneva. Amava la recitazione. E ne aveva le capacità. Purtroppo l'hanno capito troppo tardi. Se la sua vita non fosse stata spezzata, quel sogno da bambino di diventare un giorno un grande attore l'avrebbe realizzato. La parola impossibile per Pietro non esisteva. Riusciva in tutto. Anche a scuola era un fenomeno. Gli mancavano pochi esami per laurearsi in Legge e aveva tutti 30 e 30 e lode. Era anche molto colto: leggeva, si documentava, si interessava di tutto».

Da quanto tempo si era dato al paracadutismo?
«Da un paio di anni. Lo praticava con grande passione ed era diventato bravissimo».

Perché era così legato a Trasacco?
«Perché le nostre radici sono qui. Pietro si sentiva trasaccano doc». Suona il citofono: l'avvertono che Sophie chiede di lei. Gabriella si commiata e corre ad abbracciare la nipotina.

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