Gli assegnatari dei Map sequestrati: «Saremo deportati»

7 Aprile 2013

L’ipotesi del sindaco: potremmo ospitarli negli alberghi Imminente lo «sfratto» dopo la decisione del giudice

L’AQUILA. «E adesso, dopo anni durante i quali ci eravamo abituati a vivere qui, rischiamo la deportazione».

I residenti dei Map, dislocati nelle frazioni di Cansatessa, Tempera, San Vittorino e Assergi finiti sotto inchiesta, in quanto realizzati violando norme sulla sicurezza (secondo il pm), sono allarmati.

«Le verifiche da parte della magistratura vanno fatte», comenta G.S., che si fa portavoce delle istanze di coloro che vivono in quei moduli abitativi, «ma ora che ci siamo adattati in questi posti, dove abbiamo intessuto anche delle relazioni, apprendiamo di dovere andare via senza alcuna nostra responsabilità. Ho saputo che all’inizio della prossima settimana arriverà lo “sfratto” e adesso siamo nella massima incertezza su dove andremo a finire».

«Inoltre», aggiunge, «ci saranno problemi non secondari per chi ha i bambini da portare a scuola».

«Ma va fatta anche una considerazione», aggiunge lo sfollato, «in quanto, se è vero che questi manufatti non sono stati realizzati a regola d’arte, è anche vero che mi sento molto più al sicuro qui piuttosto che in qualche ipotetico locale del centro storico riaperto con l’agibilità parziale o in un condominio riparato dopo le lesioni inferte dal terremoto».

«La realtà dei fatti», conclude, «è che stiamo per affrontare l’ennesimo trasloco e dovremo di nuovo riempire gli scatoloni con le nostre cose e andare dove ci diranno. E non crediamo che il Comune abbia la soluzione pronta».

È vero che solo due giorni fa l’assessore Fabio Pelini ha affermato che, da parte del Comune, ci sarà il massimo impegno per trovare soluzioni alloggiative ma ieri il sindaco Massimo Cialente, in poche parole, ha ammesso che ci sono dei problemi. «Sono molto preoccupato», ha affermato il primo cittadino, «visto che dobbiamo trovare presto una soluzione e penso che dovremo fare ricorso agli alberghi, almeno inizialmente, per ospitare queste persone».

In sostanza, sembra inevitabile che i residenti di quei moduli abitativi saranno alloggiati in luoghi lontani da quelli nei quali erano stati destinati e dove ormai vivono da anni.

Nell’inchiesta, per la quale sono indagati un maresciallo dell’Esercito, Rocco Ragone, ai domiciliari per gravi reati contro la pubblica amministrazione in quanto avrebbe lucrato sulla cattiva realizzazione dei manufatti, e altre nove persone, sono ricompresi anche i Map di Arischia che, però, non sono stati sequestrati. «La metà delle piastre di fondazione», dicono gli esperti che hanno periziato i manufatti, «non risulta conforme alle specifiche contrattuali». Ma se il provvedimento di sequestro da parte del giudice non è scattato si presume che siano sicuri in caso di terremoto.

Quanto all’indagine si presume che ci saranno tempi lunghi per la definizione nel senso che verrà presto nominato un esperto «terzo» per valutare se e in che misura ci sono state delle violazioni alle norme costruttive sulla sicurezza dei Map in questione.

Nei prossimi giorni dovrebbe esserci un nuovo interrogatorio del principale sospettato per ottenere la revoca della misura cautelare emessa dal giudice.

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