Gran Sasso, cinquanta persone in vetta per recuperare i due alpini

Ancora a vuoto i tentativi di raggiungere i corpi senza vita dei militari. La bufera impedisce ai soccorritori di portare a termine le operazioni
L’AQUILA. Il maltempo non dà tregua, così sia ieri sia oggi tutti i tentativi per recuperare le salme di Giovanni De Giorgi e Massimiliano Cassa, i due giovani alpini precipitati venerdì scorso in un canalone durante un’escursione sul Gran Sasso, sono naufragati. Stamane uscita di perlustrazione intorno alle 9 per le squadre del Cnsas e degli alpini per verificare la fattibilità del recupero delle salme dei due alpini del 9/o Reggimento: una squadra è partita da Prati di Tivo (Teramo) verso il Rifugio Franchetti, mentre l'altra si è diretta da Campo Imperatore verso la Ferrata Brizio, messa in sicurezza ieri con la corda. Sull'area c'è stata una bufera di neve nella notte e persiste un forte vento che non permette al momento il recupero delle salme con l'elicottero; anche l'operazione via terra presenta forti rischi a causa delle raffiche di vento che potrebbero provocare valanghe in considerazione di nuovi accumuli di neve. I corpi di De Giorgi, 26 anni di Galatina, e Cassa, 29, di Corato (Bari) sono stati ancorati nei giorni scorsi con le barelle alla roccia: al momento si sta valutando anche l'eventualità di spostare le salme o abbassarle di quota. Se le condizioni meteo dovessero migliorare resta percorribile l'ipotesi del trasferimento dei corpi seguendo la corda fissa della ferrata Brizio verso Prati di Tivo. Una cinquantina gli uomini impegnati nelle operazioni via terra, seguite dal comandante della Brigata Taurinense Massimo Panizzi, accompagnato dal comandante del Nono reggimento alpini Massimo Iacobucci. Panizzi, che domenica pomeriggio ha incontrato alla caserma Pasquali i familiari di Giovanni e Massimiliano, il primo di Galatina, in provincia di Lecce e l’altro di Corato (Bari), è restato anche oggi in città nella speranza di poter «riportare a casa» i due ragazzi già da qualche anno di stanza all’Aquila. Ieri le squadre di soccorso, rientrate a causa di una bufera di neve e vento, hanno comunque attrezzato la discesa per permettere oggi ad altri «tecnici» di scendere in sicurezza nel vallone dei Ginepri e poter recuperare le due salme già posizionate su due barelle ancorate sulla roccia. Ma l'operazione non è andata a buon fine e anche domani tutto dipenderà dalle condizioni meteo.
L'esperto: montagne abruzzesi troppo spesso sottovalutate
Intanto continuano ad arrivare messaggi di cordoglio per la morte dei due caporalmaggiori. «Esprimo, a nome mio personale e del consiglio regionale, profondo cordoglio e sentita vicinanza alle famiglie di Giovanni De Giorgi e Massimiliano Cassa. Una tragedia che rimarrà indelebile nella mia memoria. La perdita di due giovani rappresenta una sofferenza immane per la quale non esistono parole capaci di dare conforto». Così il presidente del consiglio regionale dell’Abruzzo Giuseppe Di Pangrazio nella lettera inviata al presidente dell’assemblea regionale della Puglia Onofrio Introna.
Il sindaco Massimo Cialente in un messaggio al comandante del Nono reggimento alpini esprime, «unitamente alla Municipalità tutta, profondo dolore. Altri due alpinisti che la nostra montagna, così bella ma, a volte, così difficile, ci ha strappato. Ti prego», è l’invito al comandante Iacobucci, «di portare le espressioni del nostro dolore, della nostra solidarietà e del nostro affetto ai familiari, pur sapendo che, in queste drammatiche ore, nulla può confortarli».
«Esprimo il cordoglio mio e della città di Torino alle famiglie dei militari che sono stati strappati alla vita per una tragica fatalità sul Gran Sasso». Questo il messaggio del sindaco di Torino Piero Fassino. «La mia vicinanza va anche alla Brigata Taurinense per la perdita di due validi alpini che sono stati impiegati negli anni passati anche in missioni di pace all’estero».
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