Gran Sasso, in migliaia sulle piste: ma le polemiche non si fermano

Museo (Ctgs): «La capienza della funivia è limitata, la neve invece è tanta: ecco spiegate le lunghe file». Il Pd però non ci sta e parla di Campo Imperatore come di un «manifesto di incompetenza e sciatteria»
L’AQUILA. «Altra giornata da incorniciare, con oltre 2.000 presenze». L’amministratore unico del Centro Turistico del Gran Sasso, Gianluca Museo, risponde con i numeri, in un’intervista al giornalista Enrico Giancarli che andrà in onda mercoledì 7 gennaio alle 20.30 su Rete 8 nella prima puntata della nuova stagione di “Neve d’Abruzzo”, alle polemiche di questi giorni. Polemiche che non si placano e sono diventate veri e propri attacchi politici. Dopo la presa di posizione dei capigruppo del centrodestra, che hanno replicato alle critiche sulle lunghe file del consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, entra nel dibattito anche il Pd L’Aquila, che bolla Campo Imperatore come «un manifesto di incompetenza e sciatteria».
IL GRAN SASSO È VIVO
Durante la registrazione della trasmissione “Neve d’Abruzzo”, Museo esulta: «Il Gran Sasso è una montagna viva, più che viva. Campo Imperatore è una stazione che ha dalla sua parte l’altitudine, si arriva su e siamo sui 2.200 metri, la fortuna è quella di avere sempre una neve meravigliosa naturale dove sciare. Mi fa molto piacere», sottolinea l’amministratore del Centro turistico Gran Sasso, «avere con me l’istruttore Andrea Mammarella, professionista dello sci. Sappiamo che quando una stazione ha la neve e nelle altre manca, si creano inevitabilmente delle file. La funivia del Gran Sasso è iconica, conosciuta da tutti, ha una sua portata e per questo resto basito di fronte ad alcune polemiche ed esternazioni destituite di fondamento». Il trend dei grandi numeri è iniziato lo scorso weekend, con oltre 5.100 presenze, 2.500 nella giornata di lunedì, altre 2.000 ieri.
«UN ATTACCO VIOLENTO»
Il Pd L’Aquila alza i toni dopo il comunicato della maggioranza di centrodestra, «dettato evidentemente dal sindaco della città – se ne riconoscono i tratti rancorosi – come replica a un post social del consigliere Pietrucci che metteva in luce gli innegabili disagi vissuti da chi si è recato a sciare a Campo Imperatore, non rispondendo nel merito, ma buttandola in caciara, come d’abitudine, con un attacco violento, volgare, sguaiato e politicamente inaccettabile. I fatti», continua il Pd, «stanno lì a dimostrare l’incompetenza di chi, quasi 9 anni fa, vinse le elezioni promettendo lo sviluppo del nostro comprensorio montano, diffondendo video che raccontavano di impianti e interventi di riqualificazione, assicurando la soluzione al problema dei vincoli. La situazione, oggi, è peggiore di allora. Campo Imperatore è un manifesto di incompetenza e sciatteria: in abbandono, o quasi, il cantiere della scala mobile che dovrebbe collegare il piazzale Simoncelli alla Villetta, la ricostruzione dell’albergo più e più volte annunciata ancora lontana dal concludersi, le poche strutture sono fatiscenti e sporche, indegne di una stazione dalle enormi potenzialità. E poi le file interminabili: code non solo per salire sulla funivia, ma persino per sottoscrivere l’abbonamento. Per non parlare dei vincoli che, sebbene la gestione del comprensorio sia stata affidata a chi, quasi 9 anni fa, raccoglieva firme con un’associazione apartitica per un referendum sulla ridefinizione del Sic, proprio sotto il governo di destra in Regione, Provincia e Comune sono divenuti addirittura più stringenti, con la trasformazione in Zsc – zona a speciale conservazione. Avevamo provato ad avanzare una proposta per dare una svolta allo sviluppo del comprensorio: la sostituzione della funivia, su cui si è intervenuti per il cambio delle funi, con una moderna cabinovia trifune. Avevamo provato a far capire che limitarsi a sostituire le funi avrebbe significato riportare a piena funzionalità la funivia, ma non avrebbe risolto i problemi strutturali che, da anni, soffocano lo sviluppo della stazione sciistica. Portammo la proposta in consiglio comunale. Non ci hanno voluto ascoltare, votando contro senza neanche mostrare volontà di riflessione».

