Grandi Rischi, scontro sui tempi del processo

Il giudice: in aula ogni sabato o andremo avanti per anni. Ma la difesa non ci sta

L'AQUILA. E' subito scontro alla prima udienza nel processo ai sette componenti della commissione Grandi Rischi. Pomo della discordia tra il giudice Marco Billi e i legali delle parti civili da un lato, e avvocati degli imputati dall'altro, il ritmo serrato che il giudice vuole imprimere al procedimento. «Se procediamo con un'udienza al mese» ha detto «il processo durerà degli anni e non voglio che sia così». Si andrà avanti ogni sabato dal primo ottobre. Il giudice è disposto a fare udienza anche di domenica.

Gli imputati, accusati di omicidio colposo, lesioni colpose e cooperazione nel delitto colposo, sono sette: Franco Barberi, presidente vicario della Commissione, Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico della Protezione Civile, ieri unico imputato in aula, Enzo Boschi, all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di geofisica, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi «padre» del progetto Case, Claudio Eva, ordinario di fisica e Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile. Secondo l'accusa nella riunione dell'organismo consultivo della presidenza del Consiglio del 31 marzo 2009, una settimana prima della scossa delle 3.32, ci fu «una valutazione del rischio sismico approssimativa, generica e inefficace in relazione alla attività della commissione e ai doveri di prevenzione e previsione del rischio sismico» e dopo quella stessa riunione la Commissione fornì alla gente «informazioni imprecise, incomplete e contraddittorie vanificando le attività di tutela della popolazione».

Ma torniamo alla prima udienza di ieri. La scelta di accelerare i tempi non è andata giù ai vari principi del foro, ieri all'Aquila, impegnati in processi di prim'ordine previsti negli stessi giorni: Gea, Cricca, fastweb, etc. Ma alla base della decisione del giudice Marco Billi, (foto grande) che ha tenuto udienza in un'aula del tutto inadeguata e priva di un buon impianto microfonico, la considerazione della gran mole di atti e del fatto che i testimoni sono ben 275. «Non si celebrano processi solo all'Aquila e non si celebra solo questo processo», ha esclamato Marcello Melandri, avvocato di Enzo Boschi, che si è fatto veemente portavoce anche dei suoi autorevoli colleghi tra i quali l'ex ministro della giustizia, Alfredo Biondi. I malumori, tuttavia, sono stati provocati anche dalla richiesta, non accolta da Billi, di attendere la chiusura delle indagini di un altro procedimento incentrato sui sette componenti della commissione Grandi rischi, sugli stessi fatti e sugli stessi eventi prevista tra una decina di giorni. Per Billi i procedimenti sono in due fasi completamente distinte. I legali degli imputati, da parte loro, hanno ribadito di essere pronti anche a chiedere il rito immediato del procedimento gemello per accelerare i tempi: «Il rinvio di un mese non avrebbe creato problemi», hanno detto, «non possiamo fare una corsa a scapito del risultato». L'ex ministro della giustizia ha poi aggiunto: «Farò ricorso alla corte di giustizia europea». Il fatto è, come ha osservato il Pm Fabio Picuti, che ci sono anche altri tre procedimenti fotocopia sugli stessi fatti: «Se dovessimo sospendere questo processo per attendere che tutte le persone concludano le loro rivendicazioni» ha detto, «dovremmo aspettare un tempo lunghissimo».

Al termine dell'udienza un altro diverbio. Tra l'avvocato di parte civile Maria Teresa Di Rocco e Melandri. «Da un avvocato della sua levatura non accetto certe affermazioni», ha detto la legale aquilana mentre Melandri mormorava «Si sa già come va a finire questo processo».
Tra le altre decisioni del giudice l'accoglimento di una decina di altre parti civili che si aggiungono alle cinquanta già presenti nel processo. Lo stesso giudice ha escluso dalle parti civili il Codacons e l'associazione Codici.

Nella prossima udienza di sabato primo ottobre ci sarà l'ammissione delle prove e l'audizione dei primi testimoni del Pm «in congruo numero rispetto ai 73 totali», come auspicato da Billi. Il giudice ha precisato che quel giorno si andrà avanti fino a sera. Forse l'udienza si potrà tenere in una aula della nuova Corte di appello. I problemi di spazio a palazzo di giustizia sono notevoli: ieri, alcune udienze, si sono tenute nella sede dell'Ordine degli avvocati.

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