Hacker, avanza l’inchiesta L’Asl: «Riprese le terapie» 

Marsilio incontra il procuratore Renzo: «Piena collaborazione nelle indagini» L’azienda: «I pazienti di Radioterapia oncologica hanno ricevuto i trattamenti»

L’AQUILA. La linea scelta per affrontare l’emergenza resta quella del riserbo. Regione e Asl hanno deciso di affrontare così l’emergenza legata all’attacco hacker che dallo scorso 3 maggio tiene sotto scacco l’intero sistema informatico dell’azienda. Non saranno divulgate informazioni sui contenuti tecnici dell’attacco né sull’attività di ripristino in corso da parte dell’Asl. Ieri il presidente della Regione Marco Marsilio ha incontrato il procuratore dell’Aquila, Michele Renzo, per affrontare gli sviluppi dell’inchiesta sul sacco dei 522 gigabyte di dati sensibili da parte della cyber gang Monti. «Le indagini proseguono in un clima di piena e totale collaborazione, con il coinvolgimento delle massime istituzioni locali e nazionali deputate allo scopo», si legge in una nota di Palazzo Silone. E ancora: «È stata ribadita l’opportunità di mantenere la linea del riserbo sui contenuti tecnici dell’attacco e delle relative indagini, nonché sull’attività di ripristino in corso da parte dell’azienda sanitaria, che continuerà a fornire quotidiani aggiornamenti per dare le informazioni di servizio utili all’utenza». L’ultimo “bollettino” dell’Asl guidata dal manager Ferdinando Romano annuncia che «tutti e 32 i pazienti del reparto di Radioterapia oncologica dell’ospedale dell’Aquila, che hanno dovuto aspettare il ripristino dei sistemi, hanno ricevuto la terapia». L’azienda sanitaria di Avezzano, Sulmona e L’Aquila aggiunge che procedono «incessanti» le operazioni per il completo ripristino delle attività ospedaliere. Mentre sono sempre di più le diffide dei cittadini raccolte dagli avvocati Marco Colantoni e Pier Luigi D’Amore, che hanno inoltrato le istanze all’Asl nei giorni scorsi. Preoccupa la diffusione di materiale sensibile sul dark web – cartelle cliniche, patologie, referti medici ma anche dati anagrafici di molti dipendenti – e soprattutto la possibilità di ripristinare le cartelle cliniche in futuro. «Il blocco informatico aveva causato la paralisi quasi totale dell’attività. Grazie all’ottimo lavoro svolto di concerto con la task-force», spiega Giovanni Luca Gravina, direttore della Uosp di Radioterapia oncologica, «l’infrastruttura informatica è stata prontamente ripristinata e si è potuto procedere al caricamento dei dati relativi alle terapie dei pazienti. In soli cinque giorni si è tornati al numero di trattamenti erogati prima del blocco informatico».
La Regione, intanto, ha rinnovato l’appello a non consultare né scaricare i dati pubblicati dagli hacker sul dark web: «Come già sottolineato dall’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali», ribadisce l’ente, «la Procura torna ad avvisare che l’accesso, la consultazione, la diffusione e la pubblicazione di dati sensibili illegalmente diffusi sulla rete integra a sua volta fattispecie di reato penalmente perseguibili».
©RIPRODUZIONE RISERVATA