I periti: 200 isolatori sismici da cambiare

Inchiesta della procura, durante uno dei test un dispositivo si rompe. Gli esperti: risultato allarmante, fornitura inadeguata

L’AQUILA. Duecento isolatori sismici (sui 7368 impiegati, per una spesa di 7 milioni) sono da cambiare. Questa l’autorevole opinione dei due periti Alessandro De Stefano e Bernardino Chiaia incaricati dal giudice Marco Billi di rispondere a una serie di quesiti legati alla tipologia, ai materiali, alla corrispondenza tra materiali proposti e materiali forniti e al funzionamento dei dispositivi installati negli edifici del Progetto Case, gli alloggi antisismici dove vivono circa 13mila aquilani che hanno perso la casa con il terremoto.

CRITICITÀ. Gli isolatori antisismici installati sotto le piastre di cemento armato dei 19 nuovi quartieri della città sparsa presentano «materiali diversi da quelli offerti in gara» e anche alcune «criticità» ai fini del funzionamento e della sicurezza. È quanto si legge nella perizia depositata dai consulenti tecnici d’ufficio nell’ambito dell’incidente probatorio. I contenuti del documento sono stati anticipati, nella giornata di ieri, da un servizio del Tgr Rai Abruzzo curato da Ezio Cerasi. Secondo quanto si legge nella perizia, che segue le prove effettuate su alcuni campioni smontati (e sostituiti) negli edifici dell’Aquila e trasferiti in California per essere testati, vi sarebbero dunque elementi a sostegno delle tesi dell’accusa, rappresentata dal pm Fabio Picuti, che ha indagato per i reati di turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture sei persone. Si tratta di Mauro Dolce, responsabile del procedimento per il Progetto Case, Gian Michele Calvi, direttore dei lavori del Progetto Case, Michel Bruno Dupety, presidente del cda dell’Alga spa, Agostino Marioni, amministratore della stessa ditta, Donatella Chiarotto, presidente della ditta Fip e Mauro Scaramuzza , dirigente dell’azienda.

L’ISOLATORE ROTTO. A fronte dei circa 5mila isolatori forniti dalla ditta Alga, le anomalie, secondo gli esperti, sarebbero limitate a 200 dispositivi. Uno di questi, tra l’altro, durante i test, si è rotto. «L’apparecchio rinvenuto con tale disomogeneità di materiale, testato presso il laboratorio Srmd di San Diego, non ha superato le prove», si legge a pagina 145 della perizia, «rompendosi macroscopicamente durante le prime di esse». «Si evidenzia», proseguono i periti del tribunale, «che la ditta Alga, fino all’evidenza dei fatti, non ha mai dichiarato la presenza di due differenti tipologie di isolatore. A causa di ciò i periti non hanno avuto la possibilità di effettuare prove ulteriori su isolatori analoghi, Si ritiene che tale tipologia di apparecchi, in numero dichiarato prossimo a 200 unità, non sia del tutto idonea allo scopo e nonostante la discutibile significatività della rottura di un apparecchio unico, si ritiene che tale allarmante risultato non debba essere sottovalutato. A sottolineare la possibile inadeguatezza di siffatta fornitura di circa 200 dispositivi, si evidenzia che gli apparecchi così sostituiti non sono stati sottoposti a prove di qualificazione né di accettazione da un laboratorio terzo ufficiale». Per questo, secondo i periti, «ai fini della sicurezza globale dei fabbricati isolati, si ritiene che sia importante valutare la distribuzione dei dispositivi “anomali” e intervenire, con sostituzione degli stessi o almeno un’approfondita campagna di prove, soprattutto se presenti in numero considerevole sotto una singola piastra».

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