I poliziotti respingono le accuse, chiesta la sospensione per 12 mesi 

Udienza dal gip per i dieci agenti indagati a vario titolo per truffa, falso, furto, omissione d’atti d’ufficio In 4 non rispondono, gli altri negano ogni addebito. Il giudice si riserva la decisione sull’interdizione

SULMONA. Una maratona di oltre 4 ore in cui il gip del tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, ha ascoltato i 10 poliziotti della stradale di Pratola Peligna indagati nell’ambito della maxi inchiesta della procura della Repubblica su una serie di reati che sarebbero stati commessi mentre erano al lavoro. In quattro – Paolo Di Loreto, Alessio Imperatore, Gianni Ranieri e Angelo Tarola – si sono avvalsi della facoltà di non rispondere mentre i restanti sei – Alfonso Bartoli, Pasquale Berarducci, Beniamino del Rosso, Luca Madonna, Franco Perna e Dino Petrella – hanno risposto alle domande del giudice, che alla fine si è riservato di decidere con ordinanza sulla richiesta di misura cautelare di interdizione dai pubblici uffici delsostituto procuratore Stefano Iafolla. La procura ha chiesto per i 10 poliziotti, la sospensione per un anno dal servizio. In aula anche il procuratore capo Luciano D’Angelo, che ha seguito tutte le fasi dell’interrogatorio con il titolare dell'inchiesta. Nel corso dell’udienza, gli indagati, tramite i loro avvocati, hanno respinto ogni addebito, contestando punto per punto le accuse. Secondo le difese, la maggior parte dei reati ipotizzati farebbe riferimento al periodo del lockdown, quando il controllo del territorio era ridotto al minimo. Inoltre, sempre secondo i difensori, i poliziotti non avrebbero abbandonato il posto di lavoro poiché dalle aree di pertinenza dell’ingresso dell’autostrada sarebbero potuti comunque intervenire. Contestate anche le esigenze cautelari e il pericolo di reiterazione del reato soprattutto per il sindaco di Rocca Pia, Pasquale Berarducci, dal momento che la sua posizione, hanno fatto notare gli avvocati Giuseppe D’Angelo e Maria Teresa Micciola, «sparisce dagli atti d’indagine dal 2020. Per cui viene meno l’attualità». Gli indagati sono accusati a vario titolo di truffa e falso ai danni dello Stato, peculato, furto, omissione d’atti d’ufficio, omissione di soccorso e interruzione di pubblico servizio. In tre anni di indagini, dal 2019 al 2022, svolte anche con intercettazioni ambientali e telefoniche, Gps e telecamere, i poliziotti avrebbero abbandonato il posto di lavoro per dormire in auto o intrattenersi in alcuni negozi mentre erano in servizio. Approfittando della loro posizione avrebbe rubato beni di piccola entità patrimoniale in una stazione di servizio. Sempre secondo le accuse, avrebbero utilizzato l’auto di servizio per fini privati e alcuni di loro avrebbero omesso di svolgere rilievi in un incidente e di prestare soccorso a un veicolo in panne. Al termine degli interrogatori il gip De Marco, si è dunque riservato di decidere sulla sospensione dei 10 poliziotti chiesta dalla procura. La decisione, probabilmente, arriverà a fine mese. Con i 10 per i quali è stata chiesta la misura interdittiva, sono indagati altre 9 poliziotti per reati meno pesanti rispetto a quelle dei colleghi.
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