Il cuore degli alpini batte dal 6 aprile

Dalle tendopoli al villaggio di Fossa: gli interventi dell’Ana scattati appena appresa la notizia del terremoto

L’AQUILA. Il dipartimento della Protezione civile, avuto notizia del sisma che aveva colpito L’Aquila, diramò un avviso di attivazione immediata all’Associazione nazionale alpini alle 8,14 del 6 aprile. L’associazione allertò il coordinatore generale Maurizio Gorza, mettendo cosi in moto la complessa macchina organizzativa.

La prima colonna mobile partita da Vicenza il 7 aprile, nel pomeriggio raggiunse le località di Sassa scalo e San Demetrio ne’ Vestini, dove furono allestiti i campi di accoglienza. In seguito arrivarono le colonne mobili provenienti dalla Lombardia e dal Piemonte.

I VOLONTARI. Furono allestiti direttamente dall’Ana cinque campi di accoglienza: Sassa scalo, San Demetrio, Globo, Paganica 1 e Paganica 2. Quest’ultimo affidato agli alpini della Sezione Abruzzi. Gli altri campi dove operarono gli alpini volontari furono: Monticchio (sezione Lombardia), Barisciano (Piemonte), Santa Maria del Ponte-Tione (Liguria), Lucoli (Aosta), Acciano (Cagliari), Tempera e Acquasanta (Friuli). In totale la presenza di volontari dell’Ana è stata registrata in 29 dei 160 campi attivati per accogliere le migliaia di sfollati. Al termine dell’emergenza, per i volontari di Protezione civile dell’Ana finita il 31 marzo 2010, in 12 mesi di attività, il bilancio delle presenze parla di 8.434 volontari in 46 turni settimanali prestati senza sosta.

IL VILLAGGIO ANA A FOSSA. L’Ana a Fossa ha effettuato l’intervento filantropico più rilevante dalla sua fondazione a oggi. L’impegno economico complessivo è stato di 2.897.798 euro. I fondi sono stati raccolti grazie alla generosità di enti, istituzioni, privati e alla grande solidarietà degli alpini delle sezioni e dei gruppi in cui si articola l’associazione.

PROFESSIONISTI AL LAVORO. I progettisti delle opere architettoniche sono stati l’ingegnere Sebastiano Favero (attuale presidente Ana) e il geometra Nicola Fusaro; il progettista delle opere strutturali è stato l’ingegnere Guido Viel; il direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza è stato l’ingegnere Maurilio Di Giangregorio; il collaudatore è stato l’ingegnere Giuseppe Bonaldi, mentre l’impresa esecutrice è stata Leimholz Industrie Spa, Maniago (Pordenone). Le opere di urbanizzazione sono state realizzate dalla Immobiliare Mcm srl, di Sant’Omero (Te). Coordinatore di tutte le professionalità coinvolte è stato ilconsigliere nazionale Ornello Capannolo. Il presidente Corrado Perona, con la sua presenza costante in cantiere e all’Aquila, ha seguito l’evolversi dell’attività con mansioni dirigenziali.

I volontari della Protezione civile Ana, diretti da Favero e da Giuseppe Bonaldi, hanno lavorato dal 25 agosto 2009, per realizzare le piattaforme di cemento su cui la ditta Leimholz ha innalzato le pareti in legno multistrato. Il contributo degli alpini nella realizzazione delle opere è stato fondamentale.

Infatti i volontari, provenienti quasi tutti dal nord Italia, hanno realizzato le platee di fondazione, le sistemazioni esterne, la posa di pavimenti, rivestimenti e finiture. L’arredamento dei moduli abitativi è stato fornito dal dipartimento di Protezione civile.Il villaggio occupa una superficie di 8.250 metri quadrati. La superficie abitativa realizzata è stata di 1.584 mq, 33 gli alloggi costruiti. I lavori iniziati il 25 agosto, sono terminati il 30 novembre del 2009. L'impegno economico è stato di 2281350 euro.

LA CHIESA DI SAN LORENZO. Larealizzazione della chiesa di San Lorenzo, a Fossa, è stata resa possibile grazie all’impegno di privati, società, banche ed enti che hanno sostenuto il progetto dell’Ana che si è potuta avvalere di professionisti, molti dei quali fanno anche parte del suo Consiglio direttivo nazionale. Progettata dall’architetto Renato Zorio di Biella, oggi vicepresidente vicario dell’Ana, è stata costruita con linee sobrie e moderne e sorge su una superficie di oltre 400 metri quadrati. Le giornate lavorative dei volontari Ana sono state 451 (pari a 3608 ore-uomo). I lavori, iniziati nel giugno 2009, sono stati ultimati nel 2010. L’impegno economico è stato di 616448,14 euro.

FONTANA LUMINOSA. L’intervento di restauro della Fontana Luminosa, realizzata nel 1933 su progetto dell’ingegnere Bernardino Valentini, le cui statue sono opera dell’artista Nicola D’Antino, è stato sostenuto anche dall’Ana che ha versato alla Soprintendenza la cospicua somma di 94mila euro. La Fontana Luminosa, si vestirà di tricolore e darà il benvenuto della città agli alpini che parteciperanno all’88esima Adunata nazionale.

CUORE ALPINO PER L’ABRUZZO.Al termine dell’intervento l’Ana ha pubblicato, in collaborazione con Silvana editoriale, il libro «Cuore alpino per l’Abruzzo». È una testimonianza del cataclisma che ha sconvolto l’Abruzzo il 6 aprile 2009 e un ricordo delle vittime e delle migliaia di persone che in pochi secondi hanno visto drammaticamente cambiare la loro vita. Accanto alla popolazione ci sono state le istituzioni, le associazioni di volontariato e non sono mancati, ovviamente, gli alpini rimasti finché non è stata tolta l’ultima tenda.

Oltre al “cuore alpino” che li animava, c’erano un’organizzazione, una capacità operativa e una volontà determinata. Cose che e hanno suscitato ammirazione e plauso. A memoria perenne, infine, le penne nere hanno voluto lasciare un segno che durasse nel tempo: un villaggio, una chiesa e tante altre opere, disseminate in paesini sconosciuti e per famiglie bisognose. Sono stati 8500 i volontari Ana presenti in Abruzzo, decine di migliaia quelli che hanno dato il loro contributo.

LA SEZIONE ABRUZZI. Alla sezione Abruzzi fu affidata immediatamente la gestione del campo 4 allestito al campo sportivo di Paganica. Con le due cucine da campo furono serviti i pasti a partire dal 7 aprile, in numero di 600-800 al giorno.

Il campo di Paganica è stato uno dei più delicati in fatto di gestione e sicurezza. Dopo i primi giorni, la distribuzione dei pasti, per evitare disordini, fu fatto sotto il controllo delle forze dell’ordine. La presenza dei volontari della sezione Abruzzi è stata di 1.260 alpini che hanno operato prevalentemente a Paganica.

ALPINI IN ARMI. La caserma Rossi, che ospitava il 9° Reggimento alpini della Taurinense, la notte del 6 aprile 2009 fu danneggiata in parte. Crollò, infatti, solo la palazzina comando. Gli altri stabili del complesso resistettero, tanto che ancora oggi sono agibili. L’intervento degli alpini del Nono Reggimento fu rapido ed efficace. Fu impiegato nel recupero dei superstiti dalle macerie, così come nell’allestimento delle tendopoli distribuite sul territorio e nel ripristino della viabilità. Il ministero della Difesa con l’operazione «Gran Sasso» operò in favore della popolazione immediatamente con 800 alpini abruzzesi,e con una presenza media durante il periodo dell’emergenza di 600 militari. Il Nono Reggimento, a disposizione del prefetto dell’Aquila, fu impiegato nel controllo della «zona rossa», in cui vigeva il divieto di accesso e di altri punti sensibili al fine di prevenire l’attività di sciacallaggio nelle tantissime abitazioni inagibili e disabitate. Tutte le operazioni furono svolte dagli alpini al comando del colonnello Andrea Mulciri, e successivamente del colonnello Riccardo Cristoni. (m.d.g.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA