Il mal di testa è un'emorragia, il farmacista le salva la vita

L’Aquila, la ragazza chiede una pastiglia: lui intuisce i sintomi e la fa operare in ospedale

L'AQUILA. Ecco la faccia bella della sanità. Ecco la storia di una medicina venduta in meno e di una vita in pericolo, scoperta e salvata. Una vita in più. È la storia di una ragazza operata appena in tempo grazie alla tempestività e all'interessamento di un farmacista che non si limita ad allungarle una scatoletta di pasticche per il mal di testa.

No, non è proprio roba di pasticche questo mal di testa terribile che tormenta una ragazza diretta a Roma in autobus e arrivata in macchina fino al container della farmacia Battibocca come a un'oasi nel deserto. Qui vuole acquistare una pasticca prima di mettersi di nuovo in viaggio. In quella casetta provvisoria di via dei Farnese, a un passo dalla chiesa di Sant'Antonio, trova la salvezza.

«Datemi qualcosa per il mio mal di testa», sussurra la ragazza. Ma il dottor Pierfrancesco Battibocca ci mette poco a capire che no, stavolta non è roba di medicine. Si avvicina alla ragazza, le chiede quali siano i suoi sintomi. La spinge a raccontare, a dire di più. Si accorge dei segnali più evidenti. Bisogna correre in ospedale. La giovane viene assistita e tranquillizzata. Nel frattempo parte la telefonata al 118, con un'indicazione di massima sulla situazione. Un problema da mettere nelle mani di un bravo neurochirurgo. Così avviene.

Perfetta la tempistica. L'equipaggio preleva la ragazza in tempi rapidi. In ospedale, intanto, ci si prepara a un intervento in sala operatoria. Si mobilita l'équipe coordinata dal professor Renato Galzio. La giovane viene affidata alle mani dei medici dell'ospedale San Salvatore. Fa in tempo ad avvisare i familiari che prontamente la raggiungono per sostenerla nella dura prova. Una veglia che dura per tutta la notte.

Al mattino, il risveglio. «Operazione riuscita, tutto bene». Strette di mano e pacche sulle spalle. Lacrime di gioia e di gratitudine. Viavai di gente in ospedale. Arrivano anche gli amici che aspettavano la ragazza a Roma. La raggiungono loro. «Forza, siamo qui». Il viaggio in meno della giovane e il viaggio in più di quella mamma che al mattino presto corre dal farmacista: «Grazie, dottore». Una medicina in meno. Una vita in più.

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