Il presidente dell’Ordine dei medici: «Vaccinatevi»

L’appello di Alessandro Grimaldi, direttore del dipartimento medico e di malattie infettive della Asl. E sul Covid: “Siamo in una fase di leggero incremento dei casi”
L'AQUILA. "L'influenza non è mai banale: è consigliato sempre vaccinarsi". Il presidente dell'Ordine dei medici della provincia dell'Aquila e direttore del dipartimento medico e di malattie infettive della Asl aquilana, Alessandro Grimaldi, invita i soggetti a rischio ad effettuare, al più presto la vaccinazione. Un invito esteso, in realtà, a tutta la popolazione: più ci si vaccina, più si arresta la circolazione del virus che rischia di intrecciarsi al Covid. Anche in Italia si teme una stagione influenzale intensa: oltre al ceppo A (H1N1), nelle prossime settimane è atteso l'arrivo del virus influenzale B (lineaggio Victoria), che potrebbe incontrare una popolazione parzialmente scoperta dal punto di vista immunitario.
Professor Grimaldi, qual è la situazione?
"Purtroppo, come accaduto lo scorso anno, le notizie che arrivano dall'Australia parlano di una forma influenzale molto aggressiva: la passata stagione abbiamo avuto un'influenza con molte complicanze, anche di natura batterica e polmoniti atipiche che ha colpito in modo severo".
Un dato che preoccupa?
"L'influenza è una malattia che merita rispetto perché può complicarsi con polmoniti importanti, soprattutto nei pazienti immunodepressi. Può portare a stati settici ed insufficienza respiratoria nei pazienti affetti da malattie croniche come insufficienza cardiaca o renale. un aspetto da tenere in considerazione. Anche la semplice influenza miete vittime, non è una malattia leggera".
Quali sono i sintomi?
"Febbre alta, dolori muscolari, spossatezza, che si possono complicare con infezioni batteriche quando compare, ad esempio, la tosse produttiva. E' il medico, in questo caso, a decidere se far ricorso agli antibiotici che, se non ci sono complicanze, non vanno presi".
I numeri cosa ci dicono?
"Le morti per complicanze influenzali sono tante: purtroppo, l'influenza stagionale viene sottovalutata e considerata più innocua di quello che realmente è".
Da qui l'invito a vaccinarsi?
"Parlo, soprattutto, ai soggetti fragili, alle persone anziane, ai bambini, alle donne in stato di gravidanza e a tutti quelli che rientrano in categorie particolarmente a rischio di complicanze severe. Il vaccino va fatto".
Qual è il periodo migliore per effettuare a vaccinazione?
"Quello che precede il picco influenzale, in cui ancora il virus circola poco. Quindi, i mesi di ottobre e novembre, quando si può ragionevolmente prevenire l'infezione e contenere il dilagare dei casi perché poi i costi sono altissimi in termini sociali, di complicanze e vite che si perdono".
E il Covid?
"Siamo in una fase di leggero incremento dei casi, con qualche paziente ricoverato in più rispetto alle scorse settimane, ma si tratta di pazienti malati cronici e anziani. Una situazione che va attenzionata perché il Covid rimane una malattia temibile: è necessaria molta prudenza, con particolare riguardo per gli anziani e i fragili immunodepressi".
Eppure c'è una certa reticenza al vaccino. Perché?
"I pregiudizi sono molti, ma si calcola che le vaccinazioni anti-Covid abbiano salvato oltre 14 milioni di persone nel mondo. Un'enormità. Il Covid ha fatto morti non sono tra gli anziani e le persone fragili, anche tra i giovani. Nel nostro Paese ha ucciso più di 700 operati sanitari. Non bisogna abbassare la guardia, perché i vaccini salvano tante vite: non ci si può fossilizzare sul fatto che possono avere qualche effetto collaterale. Questo non sminuisce i benefici della vaccinazione, che sono di gran lunga superiori ai potenziali rischi".
Dove vaccinarsi?
"Le aziende sanitarie si sono organizzate al meglio e sono pronte come i medici di base e le farmacie che aderiscono alla campagna vaccinale".
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