Il restauro in chiesa sfratta Sant’Antonio e i fedeli si ribellano 

La statua dovrà essere rimossa dalla chiesa di Corcumello La Soprintendenza: «Così diamo lustro alle opere d’arte»

CAPISTRELLO. Partono i lavori per la ristrutturazione della chiesa di San Nicola a Corcumello, frazione di Capistrello, e arriva lo sfratto per la statua di Sant’Antonio da Padova. A pochi mesi dall’annunciato stanziamento di 25mila euro da parte della Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio dell’Abruzzo per il restauro dell’ambone della chiesa di San Nicola della frazione di Capistrello esplode la polemica.
La ditta Cricchi, che dovrà realizzare l’intervento, andrà a operare sull’ambone della chiesa per ridare lustro, stando al progetto, alla struttura proveniente dall’edificio sacro dedicato a San Pietro, smontato e riassemblato con delle modifiche tra il 1904 e il 1908. Si cercherà quindi di valorizzare la chiesa, citata già a partire dal 1188 sui testi storici, anche con un successivo finanziamento di 16mila euro richiesto alla Fondazione Carispaq. L’intervento, però, comporterà lo spostamento della statua di Sant’Antonio, molto venerato a Corcumello, che è proprio accanto all’ambone. Le scelte della Soprintendenza si sono scontrate con la devozione dei fedeli e con il legame profondo tra il santo di Padova e Corcumello. Il primo ad accendere i riflettori sulla vicenda è stato don Angelo Piacente, sacerdote emerito di Corcumello e originario della piccola frazione di Capistrello.
«I parrocchiani mi hanno pregato di interessarmi di questo possibile sfratto», ha raccontato il religioso, «noi siamo stati educati alla fede, non all’arte, e per questo come comunità teniamo molto a Sant’Antonio. Abbiamo subito dato l’ok per la ristrutturazione della chiesa, però bisogna anche saper ascoltare e capire il legame. La statua che dovrebbe essere della fine dell’800, visti anche i materiali utilizzati, è perfettamente armonizzata con il resto della struttura sacra e non va a mio avviso spostata. Quando mi hanno detto che avrebbero fatto degli interventi siamo stati molto soddisfatti, chi non lo sarebbe? Però credo sia opportuno rispettare anche la Chiesa come riunione dei fedeli e tenere conto delle esigenze degli stessi. I lavori comporteranno anche uno spostamento dei banchi, con la riduzione dei posti a sedere che sono già limitati».
La chiesa di San Nicola risale al Settecento e venne realizzata per volere della famiglia Vetoli. L’ambone rappresenta l’opera di maggior pregio che, secondo quanto testimoniato dall’iscrizione, risalirebbe al 1267, quando l’abate Bernardo e due monaci ne commissionarono la realizzazione a un artista abruzzese di nome Stefano di Moscino. La statua di Sant’Antonio è stata posta a un lato dell’ambone, all’interno di una nicchia, e da anni viene venerata dai fedeli.
Oggi, intanto, una delegazione di residenti, insieme a don Angelo, sarà accolta dal vescovo dei Marsi, monsignor Pietro Santoro, per affrontare insieme la questione.
Il funzionario Panfilo Porziella, architetto delegato dalla sovrintendente Rosaria Mencarelli per Corcumello, ha precisato che «il progetto prevede il restauro esclusivamente dell’ambone. Si tratta di un intervento necessario per riqualificare non solo l’ambone ma anche la chiesa stessa. È un’opera pregevole che è stata messa lì senza una vera e propria valorizzazione, per questo è importante il restauro che interesserà anche tutta l’area adiacente. L’obiettivo della Soprintendenza, è bene precisarlo, è quello di dare lustro alle opere d’arte, attraverso i criteri che sono propri del ministero. Della futura collocazione della statua, però, non ne sono a conoscenza».
©RIPRODUZIONE RISERVATA