Il robot che salva la vita e il bracciale “calorifero”

Vi presentiamo alcune delle invenzioni dei giovani ricercatori abruzzesi Curiosa la soletta termica destinata soprattutto ai malati di diabete

L’AQUILA. Miliardi di piedi che almeno una volta hanno sofferto il freddo o il caldo nel mondo ringrazieranno dell’invenzione della soletta termica made in Foggia (ma con qualcosa di pescarese). E i milioni di pazienti che devono stabilizzare la temperatura corporea durante le cure saranno felici dell’esistenza del braccialetto elettronico che trasferisce la sensazione di caldo o di freddo a seconda delle esigenze. Le famiglie isolate dalla neve nell’entroterra appenninico tireranno un sospiro di sollievo quando vedranno arrivare il robot che interviene da remoto in casi di emergenza. Sono soltanto alcune delle 16 straordinarie idee che lunedì scorso gli startupper d’Italia hanno potuto presentare nella sede del Tecnopolo d’Abruzzo a Tiffany Norwood, consigliera del fondo americano di venture capital “Rothenberg Ventures”. «Possiamo noi realizzare i nostri sogni da soli?», ha chiesto la Norwood alla platea, «la risposta è no: i miracoli avvengono attraverso altre persone. Fate come oggi con me, dite: io ho un sogno. E vedrete che con il potere del “noi” riuscirete a realizzarli».

ARIA WEARABLES. Come la Norwood anche Alessandra Antonetti e il suo socio Eros Brienza, entrambi 29enni originari di Foggia, hanno perso il sonno, investendo molto in tempo e risorse per trasformare in realtà la loro creatura, la “Aria Wearables”. La Norwood ha provato nella sua stessa scarpa la soletta termica dei foggiani: la prima «e unica» soletta in grado di assicurare un comfort termico continuo, riscaldando o raffreddando il piede. Quello di lunedì è stato anche un ritorno in Abruzzo per Alessandra, che si è laureata in Architettura a Pescara. «Dopo tanti test in laboratorio la nostra soletta è pronta a essere prodotta in pre-serie per essere testata per la prima volta su utenti veri», spiega Alessandra. “Aria” è un dispositivo intelligente che potrebbe avere un uso importante tra i diabetici: molto spesso soffrono del cosiddetto “piede diabetico” che può portare all’amputazione dell’arto.

TERMOTAG. La Norwood ha voluto provare e indossare anche il bracciale elettronico che, a contatto con la pelle, trasferisce la sensazione di caldo o di freddo di Luca Amicone e del socio Antonio Sese, giovani pescaresi che insieme hanno fondato la startup “Termotag”, brevettando e realizzando un bracciale elettronico che è una sorta di aria condizionata o calorifero personalizzato. Attualmente in commercio non esiste un dispositivo simile (l’unico laboratorio che sta lavorando a un dispositivo analogo è il Mit di Boston). «Abbiamo già individuato i partner locali che ci aiuteranno a realizzare il dispositivo», spiega Luca, «mentre con una clinica privata locale abbiamo intenzione di testarlo come ausilio alle medicine alternative. Il mio sogno è quello di realizzare il Termotag completamente in Abruzzo».

NRGSYS. Immaginate quelle situazioni di emergenza in cui c’è bisogno di fare una prima diagnosi e per un medico è impossibile arrivarci: ebola, epidemie in seguito a catastrofi naturali, o semplicemente una casa isolata dal maltempo in cui ci siano pazienti da visitare. Sono situazioni in cui potrebbe essere utile l’intervento del robot “Star”. A ideare il robot in grado di intervenire per diagnosi da remoto in situazioni di elevato rischio biochimico è stata la software house aquilana “Nrgsys” in partnership con Hrs, azienda all’avanguardia nella realizzazione di biosensori, che ha sottoscritto un accordo con il ministero della Difesa per calare nella società civile le soluzioni tecnologiche militari.

Marianna Gianforte

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