Il sindaco Cialente: un Paese fuori di testa

12 Novembre 2014

Le reazioni dei politici. Il presidente del consiglio regionale Di Pangrazio: capisco gli aquilani

L’AQUILA. Il sindaco Massimo Cialente ha riflettuto un’intera notte prima di commentare la sentenza della Corte d’Appello che ha assolto sei esperti dell’ex commissione Grandi rischi e condannato il solo Bernardo De Bernardinis. Secondo Cialente «è una giornata difficile per tutti gli aquilani, dopo quello che è successo. Non concordo proprio sul discorso che il fatto non sussista, ma poi condannano il solo De Bernardinis».

«Questa sentenza ha come effetto quello di riaprire le ferite nelle nostre catene di lutti», ha insistito Cialente. «Se uno avesse dei dubbi su quella vicenda basterebbe risentire la telefonata tra Bertolaso e l’assessore Stati. Io stesso mi sentii rassicurato dalle parole della Grandi rischi, tanto che quando lo sciame proseguiva io stesso dicevo “meno male così scarica”. In Italia vogliamo sempre risolvere le cose in modo mediatico, mai affrontarle direttamente». Per Cialente il punto è questo e ci tiene a sottolinearlo: «Tutti quegli eventi avrebbero dovuto insegnarci l’importanza della prevenzione e della messa in sicurezza del nostro paese e invece ogni volta, vedi alluvioni e altro, stiamo sempre punto e a capo. Nel nostro caso quella riunione servì per fermare “il fattucchiere” Giuliani, che aveva “previsto” scosse a Sulmona e io stesso la notte del sisma avevo solo otto vigili del fuoco in servizio all’Aquila. Insomma», conclude Cialente, «dove si fa prevenzione oggi? Dove si mette in sicurezza questo paese?».

A margine del consiglio regionale di ieri, con esponenti della maggioranza e della minoranza spesso chiusi in un no comment, è il presidente del Giuseppe Di Pangrazio a esprimere il pensiero comune dell’assemblea.

La sentenza Grandi Rischi con il ribaltone in Corte d’Appello ha prodotto uno «stato d’animo, per gli aquilani, che è lo stesso degli amministratori regionali».

Di Pangrazio si rammarica che «dopo tre anni si ricominci daccapo, nessuno vuole colpevolizzare la commissione Grandi Rischi, ma mi chiedo perché allora non fu detto chiaramente ciò che doveva essere detto: bastava dire “preparatevi”. Non si tratta di colpire un’istituzione importante come la Grandi rischi, ma di comprendere appieno come la pensano gli aquilani».