l'acquisto contestato

Il sindaco di Avezzano censurato per l’iPhone da 800 euro

Il sindaco di Avezzano nel mirino della Corte dei Conti: "Spesa illegittima" La replica dell’amministratore: "Caso archiviato, abbiamo chiarito tutto"

AVEZZANO. L’acquisto dell’iPhone da parte del Comune era illegittimo e per questo gli 839 euro spesi sono stati restituiti.

A rivelarlo è stato Maurizio Stanco, procuratore regionale della Corte dei Conti dell’Aquila. A dicembre 2014, sul portale istituzionale del Comune, comparve una determina per l’acquisto di un Iphone 6 da 64 giga, in concessione al sindaco Gianni Di Pangrazio. Lo smartphone venne acquistato in un negozio di Civitella Roveto, che ne aveva disponibilità immediata, al costo di 839,20 euro. La notizia indignò tanto gli esponenti dell’opposizione quanto i cittadini, ma dopo qualche mese nessuno ne parlò più.

Fino alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario, quando Stanco ha portato come esempio “il caso” di Avezzano. «L’utilità del lavoro della Procura non è data solo dall’esito della citazione in giudizio per il risarcimento danno o l’irrogazione di una sanzione nelle ipotesi previste dalla legge, ma si manifesta anche e soprattutto nella fase istruttoria», ha spiegato il procuratore. «Un esempio significativo è quello dell’ultimo modello di telefono cellulare di una nota società produttrice statunitense acquistato a fine 2014 per l’ufficio di un sindaco a un costo di ben 839 euro, che, a seguito della corrispondenza di questa Procura, nella quale sono stati evidenziati gli aspetti di illegittimità della spesa, non conforme alla regolamentazione interna sulla telefonia e ai programmi di razionalizzazione approvati dal medesimo ente locale, ha portato al recupero dell’importo erogato, riversato nelle casse del Comune interessato, senza attivazione del giudizio contabile».

«Ho condiviso l’intervento del procuratore», commenta il sindaco Di Pangrazio. «Ha citato questo episodio di Avezzano come un esempio di dialogo positivo tra gli uffici degli enti pubblici e la Corte dei Conti. In sostanza, in quell’occasione, come avviene per tanti altri casi, sono stati chiesti chiarimenti agli uffici del Comune di Avezzano che avevano messo in atto quella procedura. Di conseguenza, dopo una fase interlocutoria tra l’ufficio acquisti e la procura della Corte dei Conti, è emerso che non erano state seguite delle procedure idonee e a quel punto la spesa se la sono accollata gli uffici. È stato un esempio di correttezza e trasparenza nei rapporti».

Eleonora Berardinetti

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