Il tribunale è senza dipendenti Ridolfi: «Mandati tutti all’Aquila» 

Il presidente del consiglio segnala: «Di 380 nuovi assunti in Abruzzo, appena tre mandati ad Avezzano Ci aspettiamo che si dia seguito ai provvedimenti governativi con l’invio delle unità richieste»

AVEZZANO. Nemmeno la sentenza del Tar dell’Abruzzo, che ha sancito la riapertura immediata delle piante organiche, sembra aver risolto l’ormai annoso problema della mancanza di personale al tribunale di Avezzano. La carenza in organico resta «drammatica» e stavolta al danno si è aggiunta anche la beffa: «Dei 380 impiegati amministrativi inviati dal ministero della Giustizia in Abruzzo, appena 3 sono stati assegnati al tribunale di Avezzano, vale a dire meno dell’uno per cento», spiega Fabrizio Ridolfi, avvocato e presidente del consiglio comunale. Le assunzioni sono previste per i soli tribunali accorpanti (L’Aquila e Chieti), a cui spetta il compito di inviare una parte del personale nelle sedi a rischio soppressione. «Ma dall’Aquila non è arrivata nessuna risposta alle nostre sollecitazioni. Ora ci aspettiamo che il presidente del tribunale, Alessandra Ilari, dia seguito ai provvedimenti ministeriali con l’invio delle unità da noi richieste».
l’allarme
Al presidio marsicano, secondo Ridolfi, servirebbero «dai 10 ai 15 lavoratori», necessari a garantire «almeno una boccata d’ossigeno alla macchina amministrativa». Nell’ultimo anno, al palazzo di giustizia di via Corradini sono arrivati solo un cancelliere esperto e due assistenti giudiziari. Troppo poco per colmare i gravi buchi in organico: «Di fatto il tribunale è fermo, abbiamo sentenze in ritardo da più di un anno. Gli avvocati e tutti i dipendenti stanno risentendo di questa grave situazione di incertezza». Anche Roberto Di Pietro, neo presidente dell’Ordine degli avvocati, lancia l’allarme: «In sostanza è come se la pianta organica di Avezzano fosse stata inglobata da quella dell’Aquila. La preoccupazione è che il nostro tribunale possa morire lentamente, nonostante sia ancora in corso la discussione sulla riforma della geografia giudiziaria».
I numeri
È lo stesso presidente del Foro a snocciolare i numeri dell’emergenza: «Il dato certo è che oggi sono impiegati 23 lavoratori a fronte dei 50 previsti dall’ultima pianta organica, ferma ancora al 2009». Un’emergenza totale. Il dato critico riguarda soprattutto gli uffici notificazioni, esecuzioni e protesti (Unep), in cui lavorano appena 7 persone sulle 21 stabilite dalla pianta organica. Non diversa la situazione dei giudici (che ricadono sotto l’egida del Csm e non del ministero): sono 8 quelli in servizio (di cui una in maternità) sugli 11 previsti. «Una scopertura in organico che impedisce al tribunale di lavorare al meglio. Nonostante le drammatiche carenze», sottolinea Ridolfi, «il nostro risulta il quarto tribunale in Abruzzo per numero di procedimenti attivi e va tutelato in quanto tale, riaprendo immediatamente le piante organiche così come stabilito anche dalla sentenza del Tar».
La nuova proroga
La nuova proroga alla chiusura fino al 31 dicembre 2024 ha soddisfatto soltanto parzialmente il sindaco Gianni Di Pangrazio, gli amministratori comunali e gli avvocati del Foro marsicano: «Il nostro obiettivo è quello di avere tra un anno, a marzo del 2024, la legge nazionale per la riforma della geografia giudiziaria, che porterebbe alla salvezza definitiva dei tribunali a rischio soppressione di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto», dice Ridolfi. Dopo l’incontro dello scorso dicembre con il ministro Carlo Nordio, la proroga è stata inserita nel decreto Milleproroghe (diventato legge nei giorni scorsi), ma la battaglia non è ancora conclusa. I sindaci e gli avvocati della quattro città coinvolte punteranno la lente di ingrandimento sull’attività parlamentare per provare ad accelerare l’iter legislativo al fine del ripristino definitivo degli uffici di giustizia.
la posizione dell’aquila
Il tema della carenza di personale è stato portato in evidenza anche da Luisa Leopardi, nuova presidente dell’Ordine degli avvocati dell’Aquila: «Sia chiaro, non abbiamo alcun interesse che vengano soppressi i tribunali di Avezzano e Sulmona», aveva detto poco dopo l’elezione alla guida del Foro, «ma in questo momento subiamo la carenza di personale e di servizi determinata da un’applicazione non perfetta della legge sul territorio. Sulla carta è come se l’accorpamento fosse operativo e questo condiziona numeri e servizi. Non si può vivere a lungo nel limbo».
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