In fuga dall’ospedale: i pazienti occupano solo il 56% dei letti

Il dato tra i più bassi d’Abruzzo, altro allarme dei sindacati: «Adesso anche il primario della Cardio-Utic va in pensione»

SULMONA. Liste di attesa infinite, tasso di occupazione dei posti letto fra i più bassi in Abruzzo (pari al 56%), primari mai rimpiazzati da anni e reparti diventati poco più che ambulatori: l’ospedale sulmonese continua a perdere pezzi e in estate le solite carenze diventano croniche.

A ciò si aggiungano l’ala vecchia non a norma e i lavori appena all’inizio sulla nuova struttura (nonostante la prima pietra sia stata posata nel dicembre scorso) e i continui tagli da parte del governo e della Regione, legati al piano di rientro per uscire dal commissariamento della sanità.

Un quadro tutt’altro che roseo per Marcello Ferretti, segretario aziendale della Fp-Cisl, e Franca Petrella, Rsu Cisl, che chiedono investimenti e correttivi immediati per scongiurare la cronaca di una morte annunciata.

«Per queste ragioni, abbiamo richiesto un incontro urgente ai vertici dell’Asl», incalzano i due sindacalisti, «anche perché, in questo scenario, sulla testa dell’Annunziata è sospesa la spada di Damocle del decreto ministeriale 70 sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera. Protagonisti non saranno solo i bacini di utenza, ma soprattutto il numero e la qualità delle prestazioni erogate. Le sorti del nostro presidio sono strettamente legate alle performance che saranno in grado di produrre. Soltanto una immediata e incisiva politica di investimenti potrà salvare quel che resta del nostro presidio ospedaliero».

Altro problema annoso dell’Annunziata resta il mancato turn over dei primari. «Esprimiamo forte preoccupazione per la Cardio-Utic, unico punto di riferimento rimasto dall’Alto Sangro all’Alta Val Pescara specializzato nella gestione del paziente affetto da patologia cardiaca acuta e punto di riferimento per strumenti e macchinari», aggiungono Ferretti e Petrella, «considerato che l’attuale direttore è in procinto di andare in pensione, siamo convinti che si arriverà inesorabilmente a un crollo delle attività interne dal punto di vista organizzativo e professionale. La Cardio-Utic è una realtà brillante e attiva, di cui il nostro presidio e il nostro territorio possono vantare l’eccellenza e questo grazie ai professionisti che quotidianamente vi operano».

Alle eccellenze, però, fanno da contraltare le carenze annose dell’ospedale di Sulmona, tra ala vecchia inagibile, lunghe liste di attesa e prestazioni in calo.

«Dal 2009 si chiedono provvedimenti per mettere in sicurezza i servizi dell’ala vecchia», ricordano i due sindacalisti, «dove si trovano i reparti di Ostetricia–Ginecologia, Pediatria, Oculistica e Oncologia e tutta una serie di ambulatori a ciclo diurno. Nell’ultimo anno, i numeri delle prestazioni sono scesi in tutte le branche, nonostante le ottime professionalità presenti che ogni giorno sono costrette ad operare in situazioni di criticità. Abbiamo un tasso di occupazione posti letto tra gli ultimi in Abruzzo pari al 56% e tempi di attese enormi per prestazioni specialistiche. Inoltre, la perenne carenza del personale infermieristico sta mettendo a dura prova interi reparti».

Federica Pantano

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