In ospedale la risonanza della prostata

Tecnica innovativa a Radiologia: in meno di un anno eseguite 250 indagini diagnostiche sui pazienti

L’AQUILA. Eccellenza in campo medico. L’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila all’avanguardia nello studio, prevenzione e individuazione delle malattie della prostata. Una buona notizia per gli abruzzesi.

Da circa un anno, nell’Unità operativa complessa di Radiologia, diretta dal professore Carlo Masciocchi, la dottoressa Rosa Manetta ha iniziato un’innovativa tecnica nello studio della ghiandola prostatica e, specificamente, nella individuazione di foci sospetti per carcinoma, con la risonanza magnetica ad alto campo. È lo stesso medico aquilano a illustrare le caratteristiche di questa tecnica.

Dottoressa, di cosa si tratta?

«Si chiama Rm multiparametrica perché permette, oltre al convenzionale studio morfologico della prostata, anche valutazioni di tipo dinamico-perfusionale (studio della vascolarizzazione mediante somministrazione endovena del mezzo di contrasto), di diffusione (Dwi) e metabolico (Spettroscopia). Attraverso questo esame è possibile quindi avere informazioni morfo/funzionali sull’anatomia, sulla struttura e sulle caratteristiche del tessuto».

In cosa consiste questo tipo di approccio?

«Lo studio è naturalmente di tipo multiplanare, ovvero la ghiandola viene studiata nei tre piani dello spazio (assiale, coronale e sagittale) e viene effettuato mediante l’uso di bobina combinata: endocavitaria (posizionata a livello dell’ampolla rettale) e multicanale (posizionata a livello della porzione anteriore dell’addome inferiore). Il paziente pertanto dovrà eseguire un’adeguata preparazione intestinale qualche giorno prima dell’esame e un clistere il giorno stesso dell’esame. È sempre consigliato al paziente di effettuare una visita specialistica urologica e portare un’anamnesi dettagliata sulla patologia di base».

Quando bisogna fare la risonanza magnetica?

«In genere l’esame è consigliato nei casi di incremento dei livelli ematici di Psa e con una o più biopsie random negative; nei casi dubbi all’ecografia transrettale ai fini di una biopsia mirata; nei controlli di pazienti sottoposti a radioterapia o in quelli operati dove il fine della risonanza magnetica è quello d’identificare l’eventuale ripresa di malattia a livello locale o a distanza».

Quali sono i limiti per eseguire un esame di risonanza magnetica multiparametrica della prostata?

«Salvo i pazienti claustrofobici , l’unico vero limite all’esecuzione della Rm multiparametrica sono i pazienti con pregresso intervento chirurgico a livello rettale per i quali tuttavia si può ovviare mediante l’uso della sola bobina di superficie».

Da dove arrivano i pazienti?

«Essendo uno dei pochi centri in Italia in grado di eseguire la Rm multiparametrica con magnete ad alto campo (Policlinico a Roma e Ieo a Milano), i pazienti arrivano da tutto l’Abruzzo, ma anche dal Lazio, dalle Marche e cominciano ad arrivare anche da regioni più lontane. Pertanto il numero di esami è salito vertiginosamente, tanto che in meno di un anno sono stati eseguite 250 Rm della prostata».

Giorgio Paravano

©RIPRODUZIONE RISERVATA