Indagato per estorsione il titolare di un albergo

Zaccardi è assessore a Castel di Sangro, nei guai anche una sua collaboratrice Avrebbe fatto firmare dichiarazioni in bianco ai dipendenti. La replica: «È falso»

SULMONA. Avrebbe fatto firmare tramite la direttrice dell’albergo delle dichiarazioni in bianco ai dipendenti per tenerli sotto scacco e poterli licenziare in qualsiasi momento. Per la Procura si tratterebbe di estorsione che il legale rappresentante della Manatthan srl, nonché assessore ai Trasporti del Comune di Castel di Sangro, Maurizio Zaccardi, avrebbe messo in atto in concorso con il suo braccio destro, Rossella Testa, nei confronti di alcuni dipendenti della struttura alberghiera di Sulmona. Inoltre la Procura contesterebbe a Zaccardi il mancato versamento dei contributi previdenziali ai lavoratori. L’inchiesta portata avanti dalla Guardia di finanza di Sulmona è partita un anno e mezzo fa a seguito della denuncia di tre dipendenti i quali si erano rivolti ai finanzieri dopo aver subìto, a loro dire, delle costrizioni per poter lavorare nella struttura alberghiera sita nella zona dell’Incoronata, a poche decine di metri dall’omonimo complesso sportivo. Secondo i dipendenti, la direttrice dell’albergo li avrebbe costretti a firmare al momento dell’assunzione o della proroga della stessa, e alla consegna delle buste paga, dei fogli e dei documenti senza poterne leggere il contenuto. Dichiarazioni firmate dai lavoratori che gli indagati avrebbero poi prodotto, nel corso dell’udienza davanti al giudice del lavoro nel gennaio del 2013, il cui testo non era stato mai sottoscritto. Per l’assessore di Castel di Sangro (ex Forza Italia, ora indipendente di centrodestra), sarebbero tutte accuse gratuite messe in atto per screditare la sua immagine, sia di politico che di imprenditore. «Non so di cosa mi si accusi», afferma Zaccardi, «so solo di essere stato chiamato dalla Guardia di finanza per un tentativo di conciliazione non andato a buon fine. Gli stessi dipendenti mi hanno denunciato anche davanti all’Ispettorato del lavoro senza però ottenere alcun risultato. Gli altri procedimenti avviati nei miei confronti e nei confronti della struttura alberghiera si sono conclusi tutti in una bolla di sapone. Aspetto di conoscere le carte e poi, se ci sarà da farlo, ci difenderemo dalle accuse, fino ad oggi tutte false, così come abbiamo sempre fatto». Accuse che sono contenute nel 415 bis in cui la procura avvisa gli indagati della chiusura delle indagini dando la facoltà di produrre, memorie difensive, prima di chiedere l’eventuale rinvio a giudizio.

Claudio Lattanzio

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