Ingegneria, accuse dalla perizia

Il consulente della Procura: i crolli provocati da lavorazioni maldestre.

L’AQUILA. «Solo la benevola casualità del verificarsi del terremoto di notte ha fatto in modo che non si siano avute numerose vittime». E’ quanto si afferma nella perizia sul crollo della facoltà di Ingegneria per il quale sono indagate 9 persone bacchettate dai consulenti.
Ci sono forti censure sia nelle modalità di costruzione della facoltà di ingegneria a Roio (foto) che nei controlli. La perizia, dunque, rafforza le affermazioni del pm Alfredo Rossini il quale mesi fa ebbe a dire che se il sisma ci fosse stato in nell’orario di lezione ci sarebbero stati duemila morti. «L’inopportuna modalità di esecuzione del sistema di appoggio della vetrata strutturale sovrastante l’ingresso principale, «si legge nella perizia «ha fatto sì che i paramenti murari in blocchetti “splittati” sottostanti, mal eseguiti, abbiano impropriamente assunto la funzione di elemento strutturale. L’inadeguatezza di tali elementi ad avere valenza strutturale ha causato la gran parte dei crolli».

Per i consulenti nominati dalla Procura «dai documenti disponibili non emerge la sussistenza di verifiche e controlli relativamente alla correttezza delle lavorazioni suddette da parte della direzione lavori». Ci sono anche, nelle conclusioni, delle contestazioni ancora più precise. «La posa dei blocchi il calcestruzzo vibrocompresso di tipo “splittato”», si legge ancora nella consulenza tecnica, «è stata eseguita, per la maggior quantità, in totale difformità dalle indicazioni progettuali e da quelle delle schede tecniche allora disponibili presso l’azienda produttrice del materiale, indicazioni che recepiscono le prescrizioni della normativa vigente all’atto della progettazione dell’edificio».

«La combinazione degli errori di esecuzione delle opere summenzionate e la mancata vigilanza dei tecnici preposto a tali funzioni», prosegue, «hanno prodotto una condizione di estremo pericolo per gli utenti degli edifici e in particolare, relativamente al blocco A anche in funzione dell’elevato affollamento».
«Ad aggravare le condizioni di instabilità dei paramenti murari», è scritto nella perizia, «hanno anche concorso delle lavorazioni maldestre evidentenemente realizzate con la finalità di irrobustire la muratura ma che di fatto ne hanno accresciuto la instabilità».

La vicenda, per la quale ci sono nove indagati per disastro colposo, sotto il profilo giudiziario è ferma all’avviso di chiusura della indagini e, nel giro di qualche settimana, potrebbero esserci le richieste di rinvio a giudizio almeno per alcuni. Tra le contestazioni della difesa più significative quella per Mauro Irti il cui avvocato, Massimo Carosi, ha sostenuto che non è mai stato direttore dei lavori, come sostiene la procura, non avendo nemmeno i titoli per questo incarico. Ora si attendono le mosse del pm dopo le presentazioni delle memorie. Qualche problema c’è stato per il reperimento degli atti visto che l’impresa costruttrice, la Irti lavori, è fallita anni fa.