Inquilini Case e Map «Una beffa colossale lo Sblocca-Italia»
Assemblea per chiedere al governo di rivedere il decreto Il portavoce: «Peseranno su di noi gli errori dei politici»
L’AQUILA. L’hanno ribattezzato il decreto «in-castra L’Aquila». Sotto accusa, da parte dei cittadini che risiedono negli alloggi provvisori, l’emendamento al decreto Sblocca Italia che in tre punti andrebbe a penalizzare gli inquilini di Progetto Case e Map. L’obiettivo, ribadito ieri durante l’assemblea organizzata dal Consiglio civico aquilano, è ottenere l’eliminazione del provvedimento, che venerdì sarà discusso in Senato. «Vogliamo fermare la mala gestio dell’amministrazione comunale», ha affermato Pierluigi Lomarco, uno dei relatori, «contando sull’appoggio dei nostri parlamentari, senza distinzione di partiti. Il Comune non solo fa pesare sugli aquilani che ancora non possono rientrare nelle loro case delle spese non legittime, ma intende anche stornare dai fondi della ricostruzione risorse da destinare alla gestione e alla manutenzione dei 6000 alloggi sorti dopo il sisma. Una situazione inaccettabile, contro la quale siamo anche pronti ad andare a Roma, per ricordare ai nostri senatori che l’emendamento “in-castra L’Aquila” va eliminato». L’assemblea si è svolta nella sede della Casa del volontariato a Pile. Il primo dei punti contestati riguarda la previsione che tutti gli assegnatari, compresi i proprietari di abitazioni ancora inagibili, saranno tenuti a pagare un canone concessorio stabilito dal Comune e a sostenere le spese per la manutenzione ordinaria.
«Non è nemmeno chiaro», sottolinea Lomarco, «se si tratti di un canone di compartecipazione oppure di un fitto. È giusto che tutti gli inquilini provvedano a pagare i consumi e anche le cosiddette spese condominiali. Ma chi ha la casa in zona rossa, ad esempio nel centro storico, non può scontare le responsabilità di altri. Se i lavori ancora non partono, la colpa è delle lacune nelle normative e dei ritardi causati da chi amministra la cosa pubblica».
Nel secondo punto dell’emendamento al decreto Sblocca Italia si chiede allo Stato di dare ai Comuni del cratere sismico la possibilità di poter ripartire i consumi degli edifici, anche per il riscaldamento e la produzione di acqua sanitaria calda, secondo le superfici lorde coperte degli alloggi, cioè in base ai metri quadrati.
«Non sono stati in grado di gestire le problematiche relative ai consumi utilizzando le norme in vigore e lo stesso regolamento comunale», aggiunge Lomarco, «e ora vogliono che sia il governo ad avallare una procedura che va contro anche le direttive europee. Si tratta di una vera e propria ingiustizia sociale». Infine, durante l’assemblea è stata molto criticata la decisione di dirottare una parte dei fondi della ricostruzione per coprire le spese di manutenzione degli alloggi provvisori. «Insomma, tutta una serie di incongruenze», spiega Lomarco, «che penalizzano non solo gli assegnatari, ma anche chi è già rientrato nella propria casa. Speriamo che le nostre richieste vengano recepite da chi sta discutendo il decreto legge, altrimenti andremo a Roma a difendere le nostre istanze».
«Del resto», conclude il rappresentante del comitato, «le alternative per ripartire le spese rispettando le leggi ci sono e siamo stati noi stessi a comunicarle agli amministratori».
Romana Scopano
©RIPRODUZIONE RISERVATA