Insulti razzisti al prete straniero

Biglietti minacciosi spediti a don Sabas originario della Tanzania

TORNIMPARTE. Aveva chiesto un parere ai suoi nuovi parrocchiani su come avrebbero voluto che la parrocchia venisse gestita. Ma in mezzo ai messaggi contenenti suggerimenti e pareri ha ricevuto anche qualche insulto e frase spiacevole. A sfondo razzista. È stato accolto così il nuovo sacerdote di Villagrande di Tornimparte. Qualche giorno dopo il suo insediamento nella parrocchia di San Panfilo, avvenuto il primo agosto, don Leonard Sabas Mmasi ha ricevuto alcuni messaggi su biglietti di carta. Parolacce e frasi che hanno fatto pensare a un rifiuto razzista del nuovo parroco, 43 anni, originario della Tanzania. Quindi con la pelle scura.

«Noi non vogliamo il nero nella nostra parrocchia», recitava più o meno così uno di quei biglietti. Il sacerdote non ha fatto denunce né vulle farne. Ha strappato quei biglietti e ha informato l'arcivescovo. Una vita difficile quella di don Sabas a Tornimparte. Racconta con un fil di voce la vicenda. Non vorrebbe quasi farlo, perché comunque è circondato «dall'affetto e dall'aiuto della gran parte delle persone» che razziste non sono.

Tuttavia gli episodi si ripetono. Anni fa, nella parrocchia di Santa Maria Abbarano, nella frazione di Barano, è stato vittima di spiacevoli episodi: cavi della campana elettrica tagliati più volte, macchina graffiata, gomme bucate. Una volta fu accompagnato a suonare le campane scortato dai carabinieri. Questi racconti in paese sono sulla bocca di tutti. A Barano ora c'è un altro sacerdote. L'arcivescovo ha spostato a Villagrande don Sabas.

La parrocchia di San Panfilo era rimasta, infatti, senza guida, col precedente parroco a Roma per un nuovo incarico. Qualche piccolo disagio nella parrocchia più popolata del paese c'è. Manca lo spazio per fare catechismo e attività per bambini e ragazzi, una cinquantina in tutto, che il sabato affollano il container sistemato dopo il sisma dietro la chiesa di San Panfilo. Un problema, quello degli spazi, da risolvere al più presto, perché l'inverno è pesante da passare, anche se solo per poche ore, dentro un container. Un problema che tuttavia sembra essere stato risolto da qualche giorno. Ora anche la canonica, che nei mesi scorsi don Sabas non ha potuto utlizzare, è di nuovo disponibile. Lì potranno essere svolti catechismo e corsi d'inglese.

Intanto il sacerdote non smette di darsi da fare in una parrocchia in cui tutti, credenti e non credenti, sono molto legati alle tradizioni e amano organizzare eventi e manifestazioni. Per agevolare le attività di catechesi don Sabas ha scritto una lettera alla Bcc Roma per chiedere un contributo «per l'acquisto di materiale didattico e la sistemazione dei container dove vengono svolte le attività di catechismo». Don Sabas ha introdotto anche qualche novità. La riapertura al culto, dopo una lunga chiusura, della piccola chiesa di San Pietro a Piedi La Villa. Ogni sabato messa per 60 anziani.

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