L'Aquila, chiesti 15 milioni di euro a Berlusconicome risarcimento nel processo Grandi Rischi

I parenti delle vittime chiedono alla presidenza del consiglio un maxi risarcimento danni per il mancato allarme prima del 6 aprile 2009. Anche Bertolaso tra i 300 testimoni del processo

L'AQUILA. La commissione Grandi Rischi accerchiata da grane giudiziarie civili e penali. Due giorni fa si è svolta la prima udienza del processo per omicidio colposo plurimo in tribunale per i sette imputati ma ieri si è appreso della fissazione di una nuova citazione per 15 milioni di danni avanzata da venti persone, parenti della vittime del crollo e feriti con danni fisici ma anche psichici irreparabili.

E' la seconda nel giro di alcuni mesi visto che ne esiste un'altra che verrà discussa la prossima settimana in tribunale civile. In quel caso i milioni richiesti sono 22. La richiesta di danni è rivolta alla presidenza del consiglio, e dunque al premier Silvio Berlusconi in quanto la commissione Grandi Rischi è organo consultivo della Protezione civile che non ha personalità giuridica ma è emanazione, per l'appunto, della presidenza del consiglio dei ministri.

La richiesta di danni è motivata, come nel penale, dal fatto che morti e feriti gravi con lesioni permanenti a causa del terremoto del 6 aprile 2009, sarebbero stati indotti a rimanere nelle loro abitazioni dalla rassicurazioni «avventate» della Commissione. Si contesta anche la sottovalutazione del rischio sismico senza pretendere, ovviamente, facoltà di previsione esatte che nessuno è in grado di fare.

Il presidente del tribunale ha già affidato la decisione della controversia al giudice Bianca Maria Serafini. Si è appreso che verranno citati per testimoniare tutti i componenti della commissione Grandi Rischi a loro volta imputati per omicidio colposo nel processo: Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi Claudio Eva e Mauro Dolce. Tra i testimoni anche Guido Bertolaso che comunque è estraneo ai fatti penali. Bertolaso, comunque, non credeva affatto all'ipotesi di un terremoto come si evince in una dichiarazione molto esplicita rilasciata a una agenzia nazionale il 31 marzo 2009 nella quale si rammaricava per il fatto che gli scienziati erano stati chiamati all'Aquila: ma dopo meno di una settimana ci fu la catastrofe. Tutte le persone chiamate a testimoniare nel processo penale potranno evitare di rendere interrogatorio in questo caso, essendo un giudizio civile, saranno obbligati a deporre.

Si tratta, ovviamente, di una causa dai tempi lunghi visto che i testimoni chiamati saranno in tutto oltre trecento.

Sono tante le storie dramamtiche e beffarde che intersecano in questi atti giudiziari che sono stati presentati in tribunale dagli avvocati Maria Teresa Di Rocco e Silvia Catalucci. Tra le storie, dunque, quella che fa più rabbia è di un uomo di San Pio delle Camere Emanuele Sidoni che in seguito alle rassicurazioni, si era trasferito da Roma all'Aquila per andare a lavorare alla sede della guardia di Finanza: proprio lì dove pochi giorni dopo sarebbe stato celebrato il suo funerale insieme alle altre 308 vittime.

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