la causa

L'Aquila, pratiche mai definite: Tar condanna il Comune

L’ente dovrà pagare 140mila euro di parcelle ai commissari ad acta. La sanzione riguarda i procedimenti per la gestione delle “aree bianche”

L’AQUILA. E' proprio vero che il silenzio è d'oro. Lo è di certo quello serbato dal Comune dell'Aquila sulle istanze di riqualificazione urbanistica prodotte dai cittadini nel corso di almeno trent'anni, che si è tradotto nella nomina di commissari ad acta chiamati a sbrigare pratiche che erano proprie dell'amministrazione. Professionisti che dopo aver svolto il compito assegnato loro dal tribunale amministrativo regionale, al quale molti aquilani sono stati costretti a rivolgersi, adesso chiedono di essere pagati per aver "esitato l'incarico" in sostituzione di chi era istituzionalmente chiamato a farlo, pervenendo alla definizione dei procedimenti con l'approvazione delle varianti urbanistiche. Dal primo gennaio a oggi il conto ammonta a circa centoquarantamila euro, e l'anno è ancora lungo. Senza contare le ordinanze emanate nel 2015. Centoquarantamila euro che l'amministrazione deve pagare a professionisti esterni per non essere stata in grado di rispondere in tempi certi; soldi che magari potevano essere destinati ad altro, considerato lo stato nel quale versano le casse comunali. Tranciante il giudizio della sezione aquilana del Tar. In 34 su 37 delle ordinanze emanate, infatti, i giudici scrivono che «la operata liquidazione importa esborso a carico del Comune dell'Aquila derivante da inerzia giurisdizionalmente accertata come illegittima, e pertanto meritevole di verifica nella competente sede giurisdizionale contabile». Per questo motivo hanno trasmesso gli atti alla Procura regionale della Corte dei conti, affinché i colleghi accertino l'eventuale sussistenza di profili di danno erariale. Bisognerà capire, e non sarà facile ricostruire la situazione degli ultimi trent'anni, chi ha prodotto il danno e quando è accaduto. L'elenco delle ordinanze giunte a maturazione è interessante: in tre mesi e mezzo sono 37 i ricorsi accolti per la declaratoria di illegittimità del silenzio serbato dal Comune dell'Aquila in relazione a istanza di riqualificazione urbanistica. Le istanze riguardano diversi aspetti della materia; la gran parte, tuttavia, è inerente la riclassificazione di suoli di proprietà dei ricorrenti interessati da vincoli espropriativi decaduti. Un problema, quello delle cosiddette aree bianche, che il Comune ha risolto l'anno scorso con una delibera che ha riclassificato 7,3 milioni di metri quadrati di territorio. La delibera è passata con votata con 16 voti a favore e due astensioni. A novembre, invece, il consiglio comunale ha dato il via libera al documento preliminare del nuovo Piano regolatore generale.

Angela Baglioni

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