l'emergenza

L'Aquila, Progetto Case: al via gli sgomberi per 124 famiglie

La decisione assunta dopo il cedimento di un altro balcone. Cialente: è un problema di sicurezza, non ci sono alternative

L’AQUILA. Tempo un mese e 124 famiglie dovranno abbandonare gli alloggi del Progetto Case, dove risiedono dal sisma del 2009. Dopo il cedimento strutturale di un altro balcone, in uno degli edifici provvisori dell’insediamento di Cese di Preturo, il sindaco Massimo Cialente è pronto a firmare l’ordinanza con cui si dispone il trasferimento dei nuclei familiari in altri appartamenti, già disponibili, del complesso immobiliare antisismico. Il provvedimento riguarda non solo inquilini che vivono a Cese, ma anche negli agglomerati di Arischia e del nucleo industriale di Sassa. «Non ci sono alternative», spiega Cialente, «di fronte a un problema evidente di sicurezza. Dobbiamo intervenire con un’ordinanza di sgombero, che costringerà 124 famiglie a un ulteriore trasloco post-sisma. Ne sono rammaricato. Non basta “tagliare” i balconi a rischio e del resto bisogna pure chiedersi se i solai di quelle abitazioni possano tenere. E anche se quei balconi sono sotto sequestro, potrebbe verificarsi un incidente, se ad esempio un bambino contravviene al divieto. Dall’esterno, poi, i problemi strutturali non si vedono», sottolinea il sindaco, «ma dopo le verifiche effettuate, sia il consulente che i nostri tecnici sono giunti alle stesse conclusioni, anche attraverso un rilievo termografico, che ha rilevato infiltrazioni di umidità». Il balcone che ha ceduto nei giorni scorsi è uno degli 800 sequestrati in 494 appartamenti per ordine del gip del tribunale dell’Aquila, dopo gli accertamenti della Procura affidati alla Forestale, nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria aperta a seguito del primo crollo, il 2 settembre 2014. L’inchiesta condotta in seguito all’episodio ha portato a iscrivere 37 persone nel registro degli indagati, con le accuse di truffa aggravata ai danni dello Stato, frode nelle pubbliche forniture, falso in atto pubblico e crollo colposo. «Ormai è chiaro», aggiunge il primo cittadino, «che alcune ditte hanno costruito male. La stessa cosa è accaduta nei 114 Map di Cansatessa, Tempera, Arischia e San Vittorino». C’è anche un’altra grana: «Dobbiamo controllare», conclude Cialente, «se tra le 124 famiglie che devono lasciare gli alloggi ci siano dei morosi. Se risulterà che non hanno pagato le bollette, la situazione si complica e l’assegnazione di un’altra casa diventerà più difficile».

Romana Scopano

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