L'Aquila, ragazzino pestato, scovato l’aggressore

La polizia ha segnalato al pm il bullo: ha 12 anni e non è imputabile. Prognosi di trenta giorni per il minorenne picchiato e finito in ospedale

L’AQUILA. La polizia ha preso di petto l’episodio di bullismo davanti alla sede di una scuola media aquilana.

Il caso riguarda il pestaggio dell’alunno poi finito all’ospedale è risolto: a spaccare il naso al coetaneo è stato un solo ragazzino. E al riguardo la squadra Mobile ha inviato un’informativa alla procura della Repubblica per i minorenni ma non avrà alcun effetto visto che l’aggressore è comunque un bambino di 12 nani e dunque non è imputabile.

Ma se sotto il profilo giudiziario non dovrebbe succedere nulla, a meno che in un secondo momento non si voglia perseguire i genitori, il fatto resta gravissimo e non può non avere ripercussioni nel mondo della scuola. Fermo restando che poi ci possono essere degli aspetti risarcitori.

Questa, comunque, la dinamica dell’aggressione scaturita da una serie di testimonianze che hanno chiarito molti aspetti della vicenda. Alcuni alunni stavano prendendo in giro il loro coetaneo il quale, sentitosi insultato, ha reagito contro di loro. Ci sono stati degli spintoni senza particolari conseguenze ma, ed è questo il momento cruciale, è intervenuto un terzo in aiuto degli altri due e ha preso a pugni il ragazzino poi finito in ospedale. Le conseguenze dell’aggressione non sono state di certo secondarie. Infatti la prognosi, per il naso fratturato, è stata di trenta giorni. Per gli altri ragazzi che hanno comunque presenziato all’aggressione non sono previste sanzioni di alcun tipo visto che non sarebbero stati loro a picchiare. E poi per via del fatto che anche essi non sono imputabili.

Due di questi sono stati ascoltati ieri dal preside il quale ha comunque voluto sentire la loro versione. Nei prossimi giorni ci potrebbero essere delle sanzioni disciplinari. Anche perché, pur non volendo catalogare il caso come un atto di bullismo collettivo e premeditato, resta un episodio gravissimi che ha destato notevole apprensione nelle famiglie; anche per il fatto che sono rimasti coinvolti dei giovanissimi mentre la maggior parte di simili casi negli anni scorsi si sono verificati in istituti superiori.

Proprio nei giorni scorsi davanti al giudice per le indagini preliminari per i minorenni sono comparsi tre ragazzi accusati di aver legato e maltrattato un loro compagno di scuola in un istituto superiore dell’Aquila.

Le forze dell’ordine, per bloccare sul nascere il fenomeno, hanno avviato una serie di incontri nelle scuole per parlare con i ragazzi su queste tematiche.

Pochi giorni fa i carabinieri hanno tenuto una conferenza in una scuola media finalizzata a imprimere nei giovanissimi i valori del rispetto della legalità, lotta alla droga e lotta al bullismo. Altre se ne faranno più in là nel tempo

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