L’Aquila, spariti i soldi per il teatro San Filippo

Indagine a Trento sulla distrazione di fondi destinati a restaurare uno dei monumenti danneggiati dal terremoto

TRENTO. Non solo ammanchi di bilancio e shopping in boutique di lusso con i soldi pubblici, ma anche solidarietà finta nei confronti dei terremotati dell’Aquila. Nelle pieghe dell’inchiesta sul Centro culturale Santa Chiara spunta un’accusa clamorosa e pesante. Il procuratore della Repubblica Giuseppe Amato contesta all’ex vicedirettrice del Centro Marisa Detassis il reato di appropriazione indebita pluriaggravata per aver fatto sparire 17260 euro raccolti con una gara di solidarietà e iniziative di beneficenza per ricostruire il teatro San Filippo, distrutto dal terremoto dell’Aquila, il 6 aprile 2009. Secondo l’accusa, i soldi, che erano stati depositati in un conto corrente ad hoc, sarebbero stati poi trasferiti nel conto del Centro Santa Chiara per poi sparire. Tanto che al teatro San Filippo non sarebbero mai arrivati. Una contestazione, questa, che solleva un’ombra pesantissima, soprattutto dal punto di vista morale, sulla vecchia gestione del Centro Santa Chiara. Secondo la Procura e la Guardia di Finanza, che ha svolto le indagini, l’ex vicedirettrice del Centro aveva la piena disponibilità del conto corrente che era stato aperto per raccogliere fondi di beneficenza e avrebbe dirottato questi soldi facendoli sparire. Gli inquirenti hanno anche raccolto la testimonianza della direttrice del teatro San Filippo che ha spiegato di non aver mai ricevuto soldi dal Centro Santa Chiara. I fondi erano stati raccolti con una vera e propria gara di solidarietà organizzata dal Centro Santa Chiara. Era stata lanciata una raccolta di denaro tra le compagnie teatrali e i gruppi culturali del Trentino. Lo scopo era proprio quello di dare un aiuto alla cultura della città dell’Aquila che era stata colpita in maniera pesante dal sisma.

Così era stato individuato il teatro San Filippo, una ex chiesa del Seicento, fulgido esempio di architettura aquilana semidistrutto dal terremoto. Alla gara di solidarietà avevano partecipato molte compagnie. C’era stato anche un concerto il cui ricavato era destinato ai restauri del teatro aquilano. I soldi venivano raccolti dal Centro Santa Chiara che aveva aperto un conto corrente che si chiamava proprio «Solidarietà», a sottolineare lo scopo benefico dell’iniziativa. Però, almeno secondo quanto scoperto dalla Finanza, i soldi non sarebbero mai arrivati a destinazione. Le Fiamme gialle hanno accertato che la Detassis aveva disposto dei bonifici dal conto «Solidarietà» a quello del Centro. Secondo gli inquirenti il trasferimento era stata deciso perché la vicedirettrice aveva il pieno controllo dei conti del Centro e poteva disporre a proprio piacimento dei soldi che vi erano depositati. In questo modo, quindi, la vicedirettrice avrebbe potuto appropriarsi dei soldi che, in realtà, erano stati raccolti a scopo benefico. La Finanza non ha potuto verificare la reale destinazione di quei soldi. Ha solo potuto accertare che sono spariti. Una volta depositati sui conti del Centro Santa Chiara sono entrati nel calderone di un bilancio ormai dissestato e disordinato. La cosa che i finanzieri hanno accertato è che i soldi raccolti dalle compagnie teatrali trentine non sono mai arrivati. A sostenerlo è stata proprio la direttrice del teatro San Filippo, la cui testimonianza è stata raccolta dalla Finanza. La donna ha detto che da Trento non sono arrivati fondi. Questo fa pensare che la Detassis, che appunto aveva piena disponibilità dei conti del Santa Chiara, si sia impossessata dei soldi destinati al restauro del teatro terremotato. Per questo la Procura ipotizza il reato di appropriazione indebita. Un’accusa destinata a far parecchio rumore in una terra come il Trentino, in cui la solidarietà e il volontariato sono molto diffusi.

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