L'Aquila, tagli all'università Di Orio: il decreto va corretto

Il rettore: "Una procedura insolita del Ministero che prima taglia e poi rimborsa"

L'AQUILA. Con un decreto ministeriale si tolgono 2milioni e mezzo all'Università dell'Aquila e, dopo pochi giorni, vengono restituiti con un decreto direttoriale. Il taglio all'Ateneo sembra scongiurato, ma le polemiche non rientrano. Per il rettore e gli studenti «è stata adottata una procedura incomprensibile. Non basta una nota» dicono «per risolvere la questione».

Ad alzare la voce è, in primis, il rettore Ferdinando di Orio che, alla notizia dei tagli operati dal Ministero, aveva annunciato la possibilità di un ricorso al Tar.

Ricorso sul quale, stando così le cose, anche lui dovrà tornare indietro.

Però, per evitare «che si possa pensare a qualche strumentalizzazione», di Orio vuole fare chiarezza sulla vicenda. «Il 21 dicembre» afferma «il ministero ha emanato il decreto nel quale si tagliava del 3,72% il fondo dell'ateneo aquilano per il 2010 (cioè 2 milioni 540.000 euro) contravvenendo all'accordo di programma del maggio 2009. Le rassicurazioni del Ministero sono del 4 gennaio» dice di Orio, «quando è stato inviato al nostro ateneo un decreto direttoriale con il quale, pur confermando il taglio del 3,72%, si integra (con altri fondi) l'importo. I fondi a disposizione del nostro ateneo per il 2010 sono dunque 68mila 784.986 euro. A questo punto non capiamo la ragione del taglio con decreto ministeriale e del successivo "rimborso" con decreto direttoriale. Pur apprezzando il fatto che l'Università dell'Aquila non sia stata penalizzata, rimane incomprensibile tutta questa procedura. Ad una prima lettura» continua il rettore «tutto ciò appare come una sorta di recupero rispetto alla "svista" del decreto ministeriale, che comunque ha ben altra valenza rispetto ad un decreto direttoriale».

Intanto, l'Udu attacca: «Il ministro Gelmini avrà evidentemente cura di rassicurare anche formalmente tutti noi, chiarendo, non con un semplice comunicato stampa, ma con atti ufficiali in che mmodo verrà garantita la copertura del 3.72% tagliato da decreto. Invece che negare l'esistenza di un decreto da lei firmato e già registrato, sarebbe stato più opportuno che il Ministro riconoscesse l'errore, per poi provevdere a una successiva modifica, l'unico atto che oggi può rassicurarci».

Un duro attacco nei confronti dell'operato del governo arriva anche da Michele Fina, segretario provinciale del partito democratico, e Andrea Fidanza, responsabile università del partito.

Di opinione totalmente opposta è Sergio Tiberti, membro del comitato scientifico dell'Istituto superiore della sanità, che in un comunicato definisce «balle cosmiche» le notizie sui tagli e, unendosi alle parole usate dal Miur, definisce il tutto «destituiti di ogni fondamento».

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