L'Aquila, Tancredi licenziato in tronco dalla Asl

L’ex assessore e dipendente dell’azienda sanitaria avrebbe svolto una seconda attività senza autorizzazione

L’AQUILA. Licenziato in tronco, senza preavviso. Destinatario del provvedimento con effetto immediato è Pierluigi Tancredi, dipendente della Asl 1, già in servizio presso l’Urp (Ufficio relazioni pubbliche) dell’Aquila e già responsabile dell’Ufficio comunicazione Asl per decisione della precedente amministrazione Asl.

Il licenziamento è certificato dalla delibera dell’attuale direttore generale Rinaldo Tordera, pubblicata sul sito Asl il 6 aprile 2017. I motivi del licenziamento? In sostanza, Tancredi avrebbe svolto un’attività aggiuntiva esterna, rispetto a quella di dipendente pubblico, senza autorizzazione della Asl, in modo continuativo e sistematico anziché, come impone la normativa, in modo occasionale, percependo compensi molto al di sopra dei tetti stabiliti dalla legge. Tancredi ha dato mandato ai suoi avvocati di presentare un esposto-querela «per verificare la legittimità della condotta del direttore generale Tordera e della dottoressa Patrizia Masciovecchio, presidente della commissione disciplina, sul fatto di aver fatto diffondere la notizia on line prima che venisse notificata al sottoscritto».

LE INDAGINI DELLA FINANZA. Le Fiamme gialle hanno indagato – e la Corte dei Conti ha disposto il sequestro di 430mila euro all’ex assessore – sul doppio lavoro di Tancredi che, oltre a svolgere il suo ruolo di dipendente della Asl, avrebbe agito anche come procacciatore di affari. Secondo la Finanza questo lavoro non poteva essere svolto dall’ex assessore comunale in quanto non avrebbe avuto l’ok dall’Azienda sanitaria per svolgere questo doppio lavoro. Circostanza, per la verità, negata dallo stesso Tancredi e dai suoi avvocati Maurizio Dionisio e Francesco Carli, i quali hanno ribadito più volte che l’Azienda sanitaria era stata regolarmente informata e che tutto si sarebbe svolto nella massima regolarità.

LA DELIBERA. Il licenziamento è stato firmato dal manager dopo la sanzione disciplinare analoga decisa dall’Ufficio procedimenti disciplinari della Asl. Provvedimento che ha avuto il parere favorevole anche del direttore amministrativo Laura Coppola e del direttore sanitario Maria Teresa Colizza.

LE ACCUSE. L’ex assessore nella giunta comunale di centrodestra, come sottolineato dalla polizia tributaria coordinata dal colonnello Sergio Aloia «ha svolto, in modo continuativo e non occasionale, una lucrosa attività libero-professionale all’insaputa dell’amministrazione d’appartenenza. Le investigazioni hanno permesso di appurare che il dipendente, dal 2010 al 2013, sebbene titolare di un incarico a tempo pieno, ha esercitato una fiorente attività di consulenza d’impresa a favore di numerosi privati. Anche gli adempimenti fiscali erano sintomatici della consapevolezza di esercitare con abitualità e professionalità un’attività economica».

GLI INTROITI. L’ammontare dei compensi ricevuti da Tancredi nel 2012, è significativo: quell’anno infatti guadagnò, grazie all’esercizio della libera professione, 230mila euro circa, importo 10 volte superiore allo stipendio annuo percepito dall’ente di appartenenza»Tancredi avrebbe violato la norma che prevede anche l’obbligo di versamento del compenso indebitamente ricevuto su un conto corrente dedicato dell’amministrazione d’appartenenza, per essere destinato a incrementare il fondo di produttività dell’ente. Contestata anche la violazione del regolamento Asl d’appartenenza che ammette l’esercizio di attività libero-professionali da parte dei propri dipendenti: ma a condizione che queste integrino il requisito della saltuarietà e occasionalità, stabilendo, a priori, un limite massimo di incarichi extralavorativi, riferito all’anno solare, pari a 30 giorni, o, in alternativa, a 240 ore e per un compenso complessivo non superiore a 5mila euro lordi.

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