Il cinghiale trovato nell'allevamento abusivo di Sant'Onofrio

L'Aquila, vendeva lepri e cinghiali vivi con annunci sul web: denunciato

Nei guai un 32enne scoperto dai carabinieri forestali e dal Cites attraverso la vendita on line: sequestrato l'allevamento abusivo, ora rischia fino a 31mila euro di multa

L'AQUILA. Selvaggina viva venduta su internet senza alcuna autorizzazione. Per questo motivo il Tribunale dell’Aquila ha convalidato il sequestro preventivo di un esemplare di cinghiale e 11 esemplari di lepre operato la scorsa settimana dai militari del Nucleo Carabinieri Cites di Pescara, coadiuvati dal personale della stazione carabinieri forestali dell’Aquila, durante un controllo in un allevamento abusivo sito in località Sant’Onofrio a L’Aquila.

Il titolare dell’allevamento, C. P., aquilano di 32 anni, la cui attività è stata scoperta lo scorso mese a seguito di un annuncio di vendita su Internet e rintracciato dopo gli opportuni accertamenti, è stato denunciato a piede libero per la presunta detenzione illegale di tali animali, soprattutto del cinghiale che, oltre ad appartenere alla fauna non cacciabile in questo periodo, fa parte di una specie considerata pericolosa per la salute e la pubblica incolumità. I militari operanti, infatti, all’atto del controllo hanno richiesto, ma non hanno trovato, nessuna autorizzazione: né quella prefettizia, né quella regionale prevista dall’articolo 17 della Legge 157/92 (“Norme per la protezione della Fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”). “Attuando comportamenti simili”, dichiarano i carabinieri forestali, “oltre alla confisca degli animali, si può incorrere anche nell’arresto fino a sei mesi o in un’ammenda fino a 2.065,83 euro per la messa in commercio e la detenzione a tale fine di esemplari di fauna selvatica senza autorizzazione, e nell’arresto fino a tre mesi o nell’ammenda fino a 103.291 euro, oltre a una sanzione amministrativa fino a 30.987 euro, per la detenzione di esemplari di fauna selvatica pericolosi per la salute e l’incolumità pubblica”.