L'assemblea boccia il piano di ricostruzione

Pesanti critiche all'indirizzo del Comune: i cittadini non sono stati neppure consultati

L'AQUILA. L'assemblea cittadina promette battaglia sul piano di ricostruzione presentato dal Comune. Un piano che «non è stato condiviso» e che i cittadini hanno aspramente criticato ieri nel corso dell'assemblea della domenica. «Prima che vada in consiglio il piano di ricostruzione sarà passato al setaccio. Se non va bene lo contrasteremo» ha detto l'architetto Antonio Perrotti.

L'assemblea cittadina - riunita ieri per la terza settimana consecutiva per organizzare l'iniziativa di protesta - mette un altro tassello nel programma della manifestazione per la ricostruzione. Pina Lauria ha ricordato gli obiettivi: attivare la ricostruzione e riappropriarsi della città.

Non è stata ancora stabilita, invece, la data in cui si terrà il corteo. In un primo momento era stato indicato il 18 febbraio. Ora si parla di sabato 25, anche se qualcuno preme per un giorno feriale così da poter andare davanti alle sedi di Comune e Sge. Quel che è certo è che l'iniziativa si terrà entro il mese di febbraio, prima che la campagna elettorale entri nel vivo.

Ieri, intanto, sono stati confermati i punti al centro della protesta: immediato avvio della ricostruzione, modifica dell'ordinanza sull'assistenza alla popolazione, fine del sistema commissariale, sicurezza sismica al 100 per cento e stato dell'economia nel cratere. A tal proposito un appello a partecipare all'assemblea è stato rivolto alle organizzazione di categoria e ai sindacati.

Finora solo la Cgil ha aderito. Critiche sono state rivolte da alcuni cittadini al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «È bastata una telefonata di Napolitano a Letta per far passare il messaggio che qui va tutto bene», ha detto Antonio Gasbarrini.

Ha risposto all'invito a partecipare all'assemblea Pierluigi De Amicis, presidente regionale dell'ordine degli Ingegneri. De Amicis ha affrontato la questione delle 7mila pratiche delle case E fuori dai centri storici, la cui approvazione da parte della filiera ha superato di gran lunga i tempi prestabiliti. De Amicis ha chiamato in causa Reluis che avrebbe detto di aver istruito l'85 per cento delle pratiche. «Ma quale 85 per cento», ha tuonato l'ingegnere, «quella percentuale è relativa alle parti private e non a quelle pubbliche, mentre la ricostruzione parte da tutto l'insieme». De Amicis ha anche sottolineato la necessità di rendere trasparente tutto l'iter delle pratiche.

Il critico d'arte Antonio Gasbarrini ha rivendicato il ruolo delle carriole, «criminalizzate per aver oltrepassato la zona rossa». «Furono denunciate 60 persone come se fossero delinquenti. Io alla manifestazione verrò con la mia carriola al motto "tremate, tremate: le carriole son tornate"». Antonio Congeduti ha, infine, ricordato la necessità di «spronare l'iter per l'approvazione della legge sulla ricostruzione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA