La Cgil accusa: «Servizi sanitari smantellati»
Il sindacato lancia l'allarme per le riduzioni di posti letto, funzioni e personale
SULMONA. Riduzione drastica di posti letto, carenza di personale, liste d'attesa interminabili e reparti ridotti all'osso. La Cgil-funzione pubblica mette gli ospedali di Sulmona e Castel di Sangro ai raggi X e ne emerge un quadro poco rassicurante.
«Stiamo assistendo alla spoliazione silenziosa di due importanti strutture sanitarie», accusa Damiano Verrocchi, della segreteria territoriale della Cgil-Fp, «temiamo che, a distanza di poco tempo, nel territorio possano venir meno i servizi sanitari primari e l'assistenza». Per protestare contro le direzioni generale, amministrativa e sanitaria e per informare i cittadini, domani dalle 8 alle 12, davanti agli ingressi degli ospedali di Sulmona e Castel di Sangro, la Cgil metterà in atto un volantinaggio. «E' necessario», aggiunge Verrocchi, «riportare la questione del diritto alla salute all'attenzione dell'opinione pubblica».
Alla conferenza stampa, che si è svolta ieri mattina, hanno partecipato anche le Rsu dei due ospedali (Marco Lotito, Vincenzo Pizzoferrato, Silverio Gatta e Francesco Colamarino). I sindacalisti hanno denunciato una serie di situazioni «al limite della decenza»: dal taglio dei posti letto (ridotti da 220 a 170), ai carichi di lavoro a cui è costretto, soprattutto nei periodi estivi, il personale medico e paramedico, all'assenza dell'azienda che, a detta dei sindacalisti, non ha mai risposto alle tante sollecitazioni di incontri. Così la Cgil-Fp parla delle interminabili liste di attesa per i malati oncologici, allo smantellamento dei reparti di medicina nucleare (un solo medico) e otorino (dove di fatto i posti letto si contano sulle dita di una mano) e della grave situazione del pronto soccorso. «Già dalla mattina», rincarano i sindacalisti, «si creano file di decine di persone e nei giorni di pioggia piove anche all'interno del pronto soccorso».
Interventi urgenti, inoltre, sono stati chiesti per ristrutturare l'ala vecchia ed in particolare i reparti di chirurgia, ginecologia ed ostetricia. «Il piano di riordino sanitario», interviene Silverio Gatta, rappresentante dei medici della Cgil, «avrebbe dovuto rendere più efficace e snello il sistema, invece, qui si è tradotto in una progressiva spoliazione». La situazione non cambia a Castel di Sangro “dove” puntualizza la Rsu Colamarino «è rimasta solo la struttura. Il punto nascita, la pediatria e il laboratorio analisi non esistono più, in amministrazione sono andati in pensione 7 dipendenti e non sono stati rimpiazzati. Restano in piedi», conclude la Rsu, «soltanto i reparti di chirurgia, ortopedia e il pronto soccorso».
La Cgil, infine, chiede attenzione anche ai precari (una cinquantina in tutto, tra medici, paramedici, amministrativi, Lsu e Co.co.co, suddivisi tra i due ospedali) sollecitando l'azienda sanitaria e la Regione «a farsi carico della stabilizzazione non solo per dare certezza ai lavoratori ma anche per una continuità dei servizi sanitari che altrimenti potrebbero essere non più erogati».