La città si svuota, negozi blindati

Poliziotti a ogni angolo, presidiata l’A24 dove passeranno le delegazioni.

L’AQUILA. La città sparsa si svuota di aquilani e si riempie di poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigili urbani, agenti in borghese, 007. Il G8 si avvicina e gli sfollati, almeno chi può, si allontana. Al mare, oppure ospiti da amici e parenti fuori città. Alcuni negozianti già da giorni hanno abbassato la saracinesca dei loro esercizi e hanno montato delle speciali serrande di chiusura. A prova di incidenti. Accade a Coppito, nel bar in piazza Rustici, e anche in alcuni negozi tra l’ospedale e il polo scientifico universitario di Coppito. I fabbri stanno lavorando parecchio. C’è chi ha commissionato loro dei veri e propri portoni blindati con i quali proteggere i negozi. Già, perché il timore che spinge i commercianti della periferia, i quali avevano da poco rimesso in piedi la loro attività, è quello di perderla di nuovo.

IN AUTOSTRADA. Chi arriva in città attraverso l’autostrada A24 ha subito la percezione del livello di attenzione per il vertice aquilano. L’autostrada è presidiata a ogni svincolo. C’è polizia ovunque, in divisa e in borghese, anche nelle aree di servizio e nelle aree di sosta. Gli agenti sono pronti a controlli immediati e a bloccare le auto sospette. Su ogni cavalcavia (i viadotti sono considerati, infatti, obiettivi sensibili) sono posizionati gruppi di poliziotti armati. In alcuni tratti è difficile anche comunicare con i telefoni cellulari. La linea cade spesso e in alcune zone non c’è la copertura del segnale. I controlli sull’A24 sono capillari. È questo, infatti, il percorso delle delegazioni straniere (tranne i leader che viaggeranno in elicottero) e dei rappresentanti dell’organizzazione che stanno raggiungendo il capoluogo in queste ore. La polizia staziona davanti ai caselli autostradali dove le auto, obbligate al filtro del pagamento del pedaggio, vengono monitorate. I controlli vengono effettuati a campione. Di tanto in tanto si muovono anche le staffette che accompagnano le delegazioni straniere e si fanno largo in mezzo al traffico. La presenza delle auto della polizia viene assicurata giorno e notte.

CHIUSO PER FERIE. Cresce il numero dei negozi chiusi, specialmente nella zona compresa tra Pettino, Cansatessa, Preturo e Coppito. Qui la paura di possibili danneggiamenti ha spinto alcuni a munire le porte di chiusure a prova di bomba. Altri obiettivi sensibili sono considerati i punti vendita, in città, di alcuni gruppi multinazionali, ma nella maggior parte dei casi si tratta di strutture già chiuse dal 6 aprile in quanto danneggiate in maniera sostanziale dal terremoto. Le loro insegne, per ora, non sono state coperte. Un esercito di forze dell’ordine arrivate da ogni dove (Roma, Torino, Napoli, Palermo, Firenze, Ancona, Cuneo) si muove secondo un piano prestabilito. Vanno avanti, ad esempio, le operazioni di chiusura, mediante sigilli, delle cabine della luce e dei telefoni, dei tombini e dei cassonetti dell’immondizia posizionati in zone considerate a rischio, con tanto di foglio e timbro ufficiale. Per effettuare questo tipo di operazioni vengono utilizzati anche i cani addestrati.

STRADE BLOCCATE. Senza pass non si passa. I varchi a ridosso della zona rossa sono interdetti a chiunque non sia autorizzato. Le auto vengono fermate e i visitatori vengono spediti tutti al centro commerciale L’Aquilone da dove partono le navette per raggiungere la scuola di Coppito. Impossibile, per chi deve fare la spesa, parcheggiare all’aperto. Tutti nei sotterranei, ugualmente presidiati anche da vigilantes privati. Il grande piazzale è off limits e i posti auto sono riservati solo a chi è munito di pass. Bar, gelateria e tavola calda fanno affari d’oro. Tuttavia, qualcun altro potrebbe chiudere entro 24 ore. Ieri, infatti, è stato fatto circolare un foglio-censimento per sondare la volontà dei negozianti di restare aperti o meno durante i giorni del G8. Intanto, alcuni dei commercianti che operano nelle vicinanze della zona rossa e che hanno già ricevuto da giorni la raccomandata con l’invito a chiudere, sfrutteranno fino all’ultimo la possibilità di lavorare. «Stiamo cercando di toglierci tutto il lavoro e consegnare gli ultimi mezzi», dicono a Motosprint, negozio di riparazioni e vendita moto in zona viale Corrado IV, «perché ci hanno spiegato che dobbiamo restare chiusi, in quanto siamo troppo vicini a uno dei percorsi che sarà utilizzato per far passare Obama e gli altri». Anche alcuni venditori ambulanti che si erano sistemati nella zona di Centi Colella e di via Campo di Pile sono stati fatti posizionare altrove.

IN TENDOPOLI. Nei campi c’è poca voglia di parlare del G8, visto che la maggior parte degli sfollati è alle prese con tutt’altri problemi. Tuttavia, i controlli nei campi si sono intensificati. In quello dell’ex Italtel 2 è stata presa di mira persino una «storia della globalizzazione» esposta in pannelli, da oltre un mese, da una delle ospiti del campo. In seguito a una segnalazione che ne chiedeva la rimozione, la polizia ha effettuato dei controlli. Tra gli sfollati prevale un senso di sfiducia e si pensa soprattutto ai tempi per poter tornare sotto un tetto. C’è chi dice che, sotto G8, i lavori nei cantieri del progetto Case si fermeranno. Ma a rassicurare tutti sono arrivate ancora le parole di Guido Bertolaso. Il capo della Protezione civile, finora, ha ribadito più volte che «gli sfollati non li tocca nessuno e hanno la priorità su tutto. Per questo motivo si lavorerà anche durante il G8».