La fabbrica Hi-tech che rilancia L’Aquila 

Leonardo, ecco il nuovo stabilimento che riaccoglie i 140 dipendenti ex Selex Taglio del nastro con l’ex capo della polizia De Gennaro e l’ad Profumo

L’AQUILA. «Non abbiamo mai pensato, neppure per un attimo, di abbandonare questa città. Ed oggi siamo qui a restituire all’Aquila un gioiello industriale, dove si sviluppano tecnologie all’avanguardia, nella sua piena capacità operativa». L’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, attuale presidente di Leonardo, ha salutato così i tanti ospiti eccellenti arrivati ieri a Campo di Pile per il taglio del nastro del nuovo stabilimento (ex Selex) dove si progettano e si certificano i sistemi di identificazione installati a bordo di aerei, sia militari che civili, e di apparati per le comunicazioni avioniche.
Ci sono voluti oltre otto anni per poter inaugurare il nuovo stabilimento, sorto accanto alla Thales Alenia Space (joint venture tra Thales, 67% e Leonardo 33%), aperta nel 2013. Otto lunghi anni e tanti ostacoli burocratici da superare. Ma l’attività dei 140 dipendenti, tutti altamente specializzati, non si è mai fermata, se non per una manciata di giorni, quelli immediatamente successivi al terremoto che il 6 aprile del 2009 ha devastato L’Aquila. «L’attività non si è mai fermata», ha ricordato De Gennaro, «grazie alla forza di volontà e alla tenacia degli uomini e delle donne che lavoravano in questo stabilimento. La fabbrica era inagibile, i danni per l’allora Finmeccanica ingenti. Ma l’attività è andata avanti, prima nei siti di Chieti e Pomezia poi nell’ex polo elettronico. Se si è parte di una comunità si resta. Noi siamo rimasti. Ma, in questo giorno di festa, sento soprattutto la necessità di ringraziare i piccoli imprenditori, quelli “ostinati” che, seppur tra mille difficoltà, hanno resistito». E tra i resistenti De Gennaro ha ricordato, strappando un grande applauso, anche l’artista Marcello Mariani. «Il mio è un omaggio sincero, nel giorno del suo funerale, all’artista che aveva voluto riaprire già a dicembre del 2009 il suo studio. È l’esempio migliore per la città».
«La società è presente in Abruzzo con altri due centri di eccellenza di livello internazionale, quello di Chieti dedicato alla cyber security e Telespazio nel Fucino (joint venture tra Leonardo, 67% e Thales, 33%), per un totale di circa 850 dipendenti», ha spiegato l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, ex presidente del Monte dei Paschi di Siena e Ad del gruppo Unicredit. «Dare vita a un polo industriale dove si sviluppano tecnologie all’avanguardia è il segno concreto del contributo di Leonardo al rilancio dell’economia di questo territorio. E voglio aggiungere che è anche grazie al know how di questo sito se siamo riusciti ad ottenere importanti contratti. Siamo certi che avremo altre occasioni per incontrarci in Abruzzo», ha chiuso Profumo, lasciando la parola al sindaco Pierluigi Biondi, accompagnato da alcuni assessori della sua giunta. «Sono iniziative come questa che ripagano la tenacia degli aquilani», ha detto il primo cittadino per poi aggiungere che la città «ha bisogno di opportunità e fiducia. Ha bisogno di tornare a sorridere. Ed oggi può farlo perché questa non è un’azienda “mordi e fuggi”, Leonardo è simbolo di grande solidità».
«Qui si fa un lavoro di enorme qualità. C’è grande simpatia per Leonardo perché riesce a coniugare la continuità con la capacità di ricominciare», ha esordito il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, arrivato all’appuntamento con il suo vice Giovanni Lolli e il sottosegretario alla presidenza Mario Mazzocca. «La Regione», ha continuato, «ha 2 miliardi e mezzo di euro, tra programmi nazionali e comunitari, destinati alla crescita; di sicuro, una piattaforma di innovazione e di tecnologia come quella dell’Aquila è assai competitiva». Poi l’elogio alla città «grazie alla quale accediamo al mondo. Una città unica che ci consente l’infinitamente piccolo, con i Laboratori del Gran Sasso, e l’infinitamente grande attraverso la presenza di Finmeccanica-Leonardo». A chiudere la carrellata degli interventi ufficiali, il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, «qui per testimoniare», ha detto, «la vicinanza del governo al territorio, non solo in termini di ricostruzione fisica ma di possibilità occupazionali». Rossi, che anni fa all’Aquila ha comandato il Butera (caserma Pasquali) ha definito Leonardo «un fiore all’occhiello dell’industria italiana». Abbracci, grandi sorrisi e taglio del nastro a dodici mani, incluse quelle del sempre presente Gianni Letta, che ha parlato di «un bellissimo segno di rinascita».
«All’Aquila avevamo il polo elettronico, oggi abbiamo il polo a tecnologie avanzatissime. Non ci sono molte altre zone, in Italia, che possono vantare una concentrazione del genere», ha commentato Lolli.
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