Liberi sindaco e assessore di Magliano

Inchiesta all'Aquila: il gip concede l'obbligo di firma anche per gli imprenditori Celi

MAGLIANO. Tornano liberi il sindaco di Magliano, Gianfranco Iacoboni, l'assessore e avvocato Angelo Iacomini e gli imprenditori Sergio e Franco Celi coinvolti nell'inchiesta Penelope.

Il gip Giuseppe Romano Gargarella ha revocato gli arresti domiciliari per i quattro indagati - la Procura aveva dato parere negativo - e ha disposto per tutti l'obbligo di firma (tutti i giorni alle 16 nel commissariato di polizia di Avezzano). Il sindaco Gianfranco Iacoboni e l'assessore Angelo Iacomini restano sospesi dalle cariche così come deciso dal prefetto Iurato. Non si dimetteranno dalle cariche, hanno ribadito ieri i legali dei due.

I componenti della giunta di Magliano dei Marsi sono finiti agli arresti domiciliari giovedì primo marzo insieme ai fratelli Sergio e Franco Celi, originari di Massa d'Albe, imprenditori titolari della Celi calcestruzzi, nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla Distrettuale antimafia dell'Aquila che contesta, a vario titolo (anche ad altri 7 indagati), i reati di corruzione, furto aggravato, truffa, violazione delle leggi ambientali, falso e abuso d'ufficio. Accuse che i quattro hanno sempre respinto.  Sindaco e assessore di Magliano sono difesi dagli avvocati Leonardo Casciere e Antonio Iannucci. I fratelli Celi vengono assistiti dagli avvocati Antonio Milo e Giancarlo Paris.

«I fratelli Celi ribadiscono la loro estraneità ai fatti» ha commentato ieri l'avvocato Milo «e in particolar modo rinnovano la piena fiducia nell'operato della magistratura e soprattutto nell'attività del sostituto procuratore, la dottoressa Antonietta Picardi, che con lo scrupolo e la professionalità che la caratterizzano saprà svolgere accertamenti su fatti di prova anche a favore degli indagati».

Decisamente più critica la posizione dell'avvocato Casciere. «Ritengo» ha affermato dopo la decisione del gip «che pur avendo dimostrato, documentalmente, che gli indagati non hanno alcuna responsabilità, il gip non riesce a vedere una realtà di assoluta innocenza ed emette ancora provvedimenti, anche se labili, coercitivi».  Intanto, domani all'Aquila è in programma l'udienza al Tribunale del riesame: i legali dei quattro indagati chiederanno anche la revoca del provvedimento di obbligo di firma.

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