Polizia penitenziaria e agenti della Volante davanti al padiglione G8 dell'ospedale mentre viene visitato Messina Denaro (il Centro)

L'AQUILA

Malore in carcere per Messina Denaro, scatta il piano sicurezza

Il boss della mafia si è sentito male attorno alle 4 ed è stato trasportato sotto scorta in ospedale. Alle 10 è stato di nuovo rinchiuso in cella

L'AQUILA. Emergenza questa mattina all'alba per il boss della mafia Messina Denaro rinchiuso nel carcere dell'Aquila. Grande mobilitazione attorno alle 4 quando il boss, che sta scontando l'ergastolo e che ha un tumore al colon, ha avuto un malore e ha richiesto assistenza.

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Scattato il piano di sicurezza per cui Messina Denaro è stato trasportato dalla polizia penitenziaria e sotto scorta di auto della Volante al padiglione G8 dell'ospedale San Salvatore. Il boss è stato subito visitato e  sottoposto a una Tac. Attorno alle 10 è stato dimesso ed è stato trasportato di nuovo in carcere. Al momento non si sa se il malore accusato è attiene alla malatia per cui Messina Denaro è sottoposto a terapia.

AGGIORNAMENTO ORE 15 Il boss dopo alcuni controlli in ospedale, è già stato riportato in cella nel carcere de L'Aquila.

AGGIORNAMENTO ORE 18 Si è trattato solo di un lieve problema addominale, non collegato al tumore al colon né alle conseguenze collaterali delle cure per il grave male: è quanto emerso da fonti mediche dopo il ricovero notturno del boss mafioso che è stato trasportato all'ospedale San Salvatore dell'Aquila per forti dolori all'addome. L'ex superlatitante, arrivato dal carcere di massima sicurezza dell'Aquila nel nosocomio intorno alle ore 4 tra ingenti misure di sicurezza, è stato visitato dal chirurgo e poi dagli oncologi che lo hanno preso in cura dal 17 gennaio scorso. Intorno alle dieci è stato dimesso: farà una cura farmacologica in carcere dove è recluso in regime di 41 bis e dove gli viene somministrata la chemioterapia in un ambulatorio ad hoc installato di fronte alla cella. Le condizioni del boss della mafia rispetto al tumore al colon vengono considerate stazionarie.

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