Mancato allarme all'Aquila, 7 avvisi di garanziaEcco i nomi degli indagati per omicidio colposo

Chiusa l'indagine sulla commissione Grandi rischi. Il procuratore Rossini: "Lavoro serio, filone di indagine importante". Cialente: "Se fossi indagato sarei cornuto e mazziato"

L'AQUILA. Omicidio colposo e lesioni colpose. Queste le accuse che la procura dell'Aquila ha mosso nei confronti di sette tecnici della commissione Grandi rischi. Questa mattina il procuratore capo Alfredo Rossini ha firmato gli avvisi di chiusura delle indagini. La Procura ha notificato in queste ore, anche con l'ausilio della questura di Roma, il 415 bis agli indagati, cioè l'avviso di chiusura indagini

Gli indagati. Ecco i nomi dei sette che hanno ricevuto gli avvisi di garanzia: Franco Barberi (presidente vicario della Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile), Bernardo De Bernardis (all'epoca vice capo della Protezione Civile), Mauro Dolce (ingegnere, direttore ufficio prevenzione della Protezione Civile), Enzo Boschi (presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia Ingv), Giuliano Selvaggi (direttore Centro nazionale terremoti dell'Ingv), Gian Michele Calvi (ingegnere sismologo e direttore dell'Eucentre di Pavia), Claudio Eva (ordinario di Fisica Terrestre all'Università di Genova).

Il mancato allarme. La commissione Grandi rischi, sei giorni prima del sisma devastante, si riunì all'Aquila. A conclusione dei lavori le autorità locali furono tranquillizzate sul persistere dello sciame sismico. La procura aquilana, che sta indagando su tutti i crolli mortali causati dal sisma del 6 aprile 2009, ha avviato l'inchiesta su questa controversa riunione (cui parteciparono anche il vice capo della Protezione civile Bernardo De Bernardinis e il direttore dell'Istituto nazionale di Geofisica Enzo Boschi) a seguito degli esposti di alcuni cittadini.

Rossini: Lavoro serio.
"Questo e' un lavoro serio", ha detto il Procuratore della Repubblica, Alfredo Rossini, commentando il nuovo filone di indagine. "Si sono concluse le indagini preliminari di un filone di inchiesta molto importante. In tal modo - ha continuato Rossini - gli indagati possono portare avanti le loro difese con tutto il tempo possibile. Speriamo di arrivare a un risultato conforme a quello che la gente si aspetta". Quanto ai prossimi sviluppi, Rossini ha chiarito che "abbiamo fatto tutte le indagini e depositato gli atti. La fase successiva", ha concluso, "sarà portare gli atti davanti ai giudici. Quanti e chi sono gli indagati si saprà dagli atti, le ipotesi di reato sono omicidio colposo e altri collegati".

Giuliani: Ora se ne vadano. "Non sono uno sciacallo, non posso dire di essere contento di un problema di altri, ma queste persone dovranno finalmente rinunciare al loro incarico, come nessuno ha fatto in tutti questi mesi". E' il commento del tecnico, Giampaolo Giuliani, alla notizia dei 7 avvisi di conclusione delle indagini notificati dalla Procura aquilana ad alcuni componenti della Commissione grandi rischi. Giuliani, le cui ricerche sul radon come precursore sismico sono divenute molto note, ha detto: "Spero che questo passo in
avanti dell'inchiesta serva a smuovere le acque sul tema della prevenzione dei terremoti".

Cialente: Se fossi indagato, sarei cornuto e maziato. "Io in quella sera del 31 marzo ero il vaso di coccio che faceva domande, ma ricordo molto bene le parole di Enzo Boschi dell'Ingv: ma che volete, all'Aquila prima o poi un terremoto arriva". Così il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente ricorda la riunione della Commissione grandi rischi a 6 giorni dal terremoto. "Non so nulla, ma se venissi indagato sarei proprio cornuto e mazziato", prosegue il primo cittadino.

Il sindaco ricorda che la risposta data alle sue paure fu decisa "e io, dopo essermi arrabbiato per la risposta, mi preoccupai subito, anche perchè in quei giorni stavo mettendo in sicurezza delle scuole che avevo chiuso per colpa delle scosse precedenti senza avere i soldi per farlo - racconta - il 2 aprile feci richiesta di 20 mln al governo e una delibera sullo stato d'emergenza".

Stati: non ho ricevuto nulla. Anche l'assessore regionale alla Protezione Civile Daniela Stati spiega "di non sapere nulla e di non aver ricevuto nulla. Quel giorno, come tutti i politici presenti, prendemmo solo atto di quello che ci fu detto dagli scienziati. Mi auguro davvero che la magistratura faccia serenamente il suo corso", chiude l'assessore.