Sulmona

Marelli, la Fiom chiama i lavoratori allo sciopero

Oggi lo stop di otto ore contro i licenziamenti e il clima di tensione in fabbrica. E Melilla interpella il ministro: «Ennesimo gesto di arroganza aziendale»

SULMONA. Non si placano gli animi all’interno della Magneti Marelli, dopo i licenziamenti del capo reparto in servizio da trenta anni e dell’operaio interinale. Ed oggi la protesta si materializzerà con lo sciopero di otto ore proclamato dalla Fiom Cgil. Sciopero, che riguarderà i tre turni di lavoro, voluto per dire basta al clima di tensione che si respira all’interno della fabbrica più grande del territorio che conta 636 dipendenti. E a riprova del clima difficile che c’è nello stabilimento, Alfredo Fegatelli, segretario provinciale della Fiom-Cgil, ricorda le decine di lettere di richiamo dell’ultimo periodo che potrebbero trasformarsi in licenziamenti. Per questo, la Fiom (per ora unica sigla a farlo, nonostante il dipendente licenziato non sia tra i suoi iscritti) ha proclamato lo sciopero, dopo anche il caso dell’operaio interinale a cui non è stato confermato il contratto. Intanto, la questione finisce in Parlamento attraverso un’interrogazione presentata dall’onorevole Gianni Melilla (Movimento democratico e progressista) al ministro del Lavoro Giuliano Poletti. «Si tratta», sostiene Melilla, «dell’ennesimo gesto di arroganza aziendale. È solo l’ultimo di una serie di atti di intimidazione e provvedimenti disciplinari, nei confronti di molti lavoratori, denunciati puntualmente dalle organizzazioni sindacali. I sindacati da tempo segnalano un netto peggioramento dei carichi di lavoro e delle condizioni di sicurezza in fabbrica, per la spasmodica ricerca dell’aumento della produzione ad ogni costo. Oltre ad esprimere la nostra solidarietà ai lavoratori della Magneti Marelli, che hanno risposto ai licenziamenti con uno sciopero di otto ore», aggiunge, «chiediamo che il ministero del Lavoro intervenga immediatamente per accertare le denunce dei sindacati e ricondurre alla normalità le relazioni sindacali in fabbrica». Nel frattempo, fuori i cancelli dello stabilimento è partito il volantinaggio della Fiom. Nei mesi scorsi gli scioperi contro i nuovi turni avevano toccato punte del 90% e l’intento è quello di bissare quelle percentuali. «Quello che oggi è capitato a un capo domani può accadere a qualunque operaio», è scritto sul volantino. «I lavoratori di Sulmona dicono basta a questo ricatto». L’astensione dal lavoro riguarderà i tre turni lavorativi dell’intera giornata di oggi: primo turno dalle ore 6 alle 14; secondo turno dalle 14 alle 22; terzo turno dalle 22 alle 06.

Nel frattempo, il caso del capo reparto licenziato sabato, il giorno prima del suo 53esimo compleanno, ha spinto la giunta Casini a chiedere un incontro all’azienda per provare a salvare il posto di lavoro al dipendente che è assistito dall’avvocato Alessandro Margiotta. Hanno espresso solidarietà al lavoratore licenziato anche le segreterie regionali di Sinistra Italiana, Pci e Rifondazione.

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