Marsica, altri tremila non pagano l’acqua

Dopo Avezzano si estende a tutti i comuni la caccia ai commercianti morosi In città appena 10 su 30 si sono messi in regola, a giorni i sigilli alle tubature

AVEZZANO. Non solo ad Avezzano. I furbetti dell’acqua sono disseminati un po’ in tutta la Marsica. È quanto emerso da una seconda indagine del Consorzio acquedottistico. La prima aveva portato a galla un diffuso malcostume: ad Avezzano ci sono 1.286 attività commerciali e artigianali che non pagano l’acqua (dato aggiornato al 31 dicembre 2015), su un totale di 2.130 utenze. Quasi un commerciante su due non sa cosa sia una bolletta.

Numeri che rispecchiano quelli degli altri Comuni marsicani dove il Cam ha deciso di “battere cassa”, dopo anni di silenzi accettati dalla classe dirigente. Sono oltre 3mila – su un totale di 6.225 – le utenze della Marsica non domestiche morose. Come nel caso di Avezzano, questa nuova operazione è entrata nel vivo con l’avvio delle procedure per la consegna delle prime duecento cartelle a operatori di Celano, Tagliacozzo e Luco dei Marsi che hanno il debito più sostanzioso con il Consorzio acquedottistico marsicano. Si tratta di imprese commerciali, studi professionali, bar, ristoranti e negozi. Avranno una decina di giorni di tempo, dopo il preavviso arrivato per posta, per pagare il debito, anche a rate, onde evitare la chiusura dell’acqua.

Contestualmente, è scattata la seconda tranche di richieste di pagamento agli altri debitori di Avezzano.

Nei giorni scorsi, la società dell’acqua ha già recapitato i primi 30 solleciti a mettersi in regola. Azione che ha prodotto i primi risultati dentro e fuori dai confini cittadini: quasi una decina di imprenditori, infatti, ha risposto all’appello e ha iniziato a pagare in toto o a rate il debito pregresso. Dagli altri venti, per ora, solo silenzio. Entro una settimana, se non ci saranno i dovuti pagamenti, gli addetti del Cam saranno incaricati di sigillare le tubature e sospendere l’erogazione.

«La nostra azione», spiega l’avvocato Paola Attili, presidente del Cam, «è mirata al risanamento finanziario della società. Non ammetteremo deroghe e faremo della tolleranza zero nei confronti di chi evade ingiustificatamente il pagamento dell’acqua, scaricando il peso sui soliti noti, un principio non negoziabile».

La linea dura della nuova dirigenza (presidente Attili, amministratore delegato Giuseppe Venturini, consigliere di gestione Armando Floris) mirata a stoppare un fenomeno a dir poco discutibile, oltreché insostenibile per le casse del Cam, sta facendo breccia anche nella Marsica, dove alcuni operatori morosi ancora non raggiunti dall’ultimatum si sono presentati “spontaneamente” per regolare i conti

Dopo i commercianti, la caccia ai morosi riguarderà le utenze domestiche. I numeri, in questo caso, sono meno inquietanti: il 20% non è in regola con le bollette.

IL CASO LAZIO. L’ultimo avvertimento ha dato i suoi frutti. La Regione guidata da Nicola Zingaretti ha saldato il conto per il quarto trimestre 2015 e il primo trimestre 2.016 evitando, seppur sul filo di lana, la riduzione del 50% della fornitura ai nove Comuni del Cicolano: Borgorose, Collalto Sabino, Collegiove, Fiamignano, Marcetelli, Nespolo, Pescorocchiano, Petrella Salto e Camerata Nuova. A un passo dalla chiusura dei rubinetti, il direttore regionale, Mauro Lasagna, ha risposto in concreto ai ricorrenti solleciti del Cam.

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