Maxi discarica abusiva nel Fucino Confagricoltura sarà parte civile

24 Settembre 2023

Il presidente Lobene: «Persone senza scrupoli, la categoria danneggiata da comportamenti illeciti» Poi l’accusa: «Come mai nessuno ha visto prima tutti quei rifiuti? Qualcuno si è girato dall’altra parte» 

CELANO. Confagricoltura L’Aquila annuncia che si costituirà parte civile nel processo contro l'imprenditore accusato di reati ambientali. È dura la reazione del presidente Fabrizio Lobene, dopo la scoperta di una maxi discarica di rifiuti pericolosi e speciali interrati nel Fucino opera, secondo gli inquirenti, di un imprenditore agricolo di Celano. «Confagricoltura L’Aquila si costituirà parte civile contro queste persone senza scrupoli», affonda Lobene, «occorre scovare e perseguire gli autori dello scempio al nostro territorio con assoluta determinazione. Se dovessero essere imprenditori agricoli occorrerebbe sospendere immediatamente la loro attività e bloccare i loro averi e i conti correnti. Costoro non sono degni di appartenere alla nostra categoria che hanno infangato con i loro comportamenti illeciti e danneggiato l’immagine di un’agricoltura che faticosamente ha raggiunti livelli di qualità riconosciuta dal mercato. Una domanda, però ci sorge spontanea», conclude il presidente di Confagricoltura avanzando più di qualche sospetto, «ma una discarica di tali dimensioni chi l’ha coperta? chi si è girato dall’altra parte?». Insomma per Lobene qualcuno sapeva e ha fatto di finta di niente.
LA MAXI DISCARICA
L’area, per circa sette ettari, si trova in prossimità di Strada 5 nel territorio del Comune di Celano, nota anche come “l’attraversata”. Le fiamme gialle di Avezzano hanno rinvenuto degli scavi lunghi circa 150 metri, larghi circa 4 metri e profondi 5 metri per un volume complessivo di 9mila metri cubi. Solitamente, in agricoltura, scavi di queste proporzioni vengono realizzati per canalizzare l’acqua in eccesso ed evitare l’allagamento dei campi coltivati. In questo caso, però, sono stati trasformati in vere e proprie discariche. Tra l’acqua stagnante c’erano teli, bobine di tessuto non tessuto e bottiglie di erbicida impiegati nelle lavorazioni agricole, ma anche grossi sacchi bianchi contenenti calcinacci e altri materiali ancora da identificare. La legge prevede che i rifiuti speciali provenienti dall’attività agricola o edile, devono essere smaltiti attraverso sevizio pubblico, con specifica convenzione, o attraverso il conferimento ad aziende private autorizzate con gli oneri di smaltimento a carico del detentore. Una scoperta che, senza dubbio, provoca un grave danno d'immagine all’intera filiera produttiva del Fucino.
Il vasto appezzamento è stato posto sotto sequestro. Non è escluso che il pubblico ministero titolare del fascicolo d’inchiesta, Luigi Sgambati, decida di disporre l'analisi del terreno circostante le discariche per verificare eventuali contaminazioni del suolo.
UN INDAGATO
Nei guai, con l’accusa di “attività di gestione di rifiuti non autorizzata” è finito un imprenditore agricolo di Celano. Secondo quanto accertato dai finanzieri, si tratta dell’affittuario dei terreni in questione, risultato titolare di diverse aziende agricole alcune delle quali operanti nel settore della coltivazione di ortaggi in piena area e provviste di certificazione biologica. L’annoso problema dell’abbandono dei rifiuti nel Fucino è stato più volte affrontato anche nel corso di tavoli in prefettura alla presenza dei sindaci della piana fucense e delle forze dell’ordine.
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