Medaglia al soldato partito il 13 gennaio 1915

Marianella scampato al sisma e morto durante la prigionia. Riconoscimento al nipote dopo un secolo

AVEZZANO. Nazareno Marianella fu chiamato alle Armi il giorno in cui Avezzano e tanti paesi della Marsica vennero colpiti dal catastrofico terremoto del 1915. Il papà, dopo averlo accompagnato alla stazione ferroviaria, fu travolto nel crollo della sua abitazione.

Il destino beffardo attendeva anche il giovane soldato Marianella, deceduto per le conseguenze della guerra.

Dopo più di un secolo da quei tragici eventi, a Marianella è stata attribuita una medaglia albo d’oro della Grande guerra. Riconoscimento fortemente voluto dai familiari, molti dei quali vivono ancora ad Avezzano, e in particolare da un nipote.

Nazareno Marianella nacque il primo dicembre 1895 ad Avezzano e fu chiamato alle armi nel gennaio del 1915. Svolse il servizio militare nel 7° Reggimento bersaglieri. Allo scoppio della Prima guerra mondiale il suo reparto fu mobilitato e trasferito in Carnia, territorio appartenente alla regione del Friuli.

In una data imprecisata, il soldato marsicano Marianella fu fatto prigioniero dall’esercito Austro-Ungarico e il 20 ottobre 1918 morì in seguito a una malattia nell’ospedale di Pontebba, in provincia di Udine, dove fu sepolto nel locale cimitero. In seguito la sua salma fu traslata al Tempio ossario di Udine (loculo 5098).

Il destino volle che il papà di Nazareno Marianella, dopo aver salutato il figlio partito per il servizio di leva, morisse tra le macerie della sua abitazione, crollata il 13 gennaio 1915.

La storia ha riservato un altro finale a questa famiglia. Il nipote del soldato nato nel 1943, alla vigilia di un’altra guerra, porta oggi lo stesso nome e per anni si è battuto per fare ottenere un riconoscimento postumo al familiare mai conosciuto.

L’uomo risiede a Tolmezzo, in provincia di Udine, e nel 2016 ha inoltrato domanda per ottenere la Medaglia albo d’oro Grande guerra in memoria dello scomparso antenato. Domanda accolta dopo alcuni mesi. La medaglia è stata consegnata al nipote dal generale in congedo Adriano Bidin dell’Associazione nazionale bersaglieri di Udine. E la storia di Nazareno Marianella, che mai ha rivisto la sua Avezzano, è tornata a vivere dopo oltre cento anni.

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