Migranti all’Aquila, 20 nuovi arrivi: provengono da Pakistan e Afghanistan

1 Dicembre 2025

In fila per un piatto di pasta vicino piazza d’Armi, il nostro racconto: il grande problema è la notte al ghiaccio

L'AQUILA. In fila per un piatto di pasta vicino piazza d’Armi, il foglio del pronto soccorso piegato in quattro in tasca e lo sguardo fisso per terra. Intorno, zaini, coperte distribuite alla mensa, sacchetti di plastica usati come borse da viaggio. All’Aquila è tornato a quota 20 il numero dei migranti senza dimora in transito da alcune settimane per la richiesta di asilo. Sono uomini arrivati soprattutto da Pakistan e Afghanistan, fermi in città in attesa di formalizzare la domanda.

Il gruppo è cresciuto progressivamente negli ultimi giorni, avvicinandosi ai livelli che nelle scorse settimane avevano portato al trasferimento in emergenza di circa 80 persone: 44 in Calabria e le altre in Basilicata, su decisione condivisa tra prefettura e forze di polizia. Tre volte al giorno passano dalla mensa della Fraterna Tau: colazione, pranzo, cena. Qui trovano un pasto caldo, qualche coperta, un paio di scarpe asciutte, la possibilità di fare una doccia. Poi però la giornata finisce e resta il nodo più grande: la notte. Chi può si ripara nell’area di piazza d’Armi, altri cercano un angolo nel centro storico, in attesa che si liberi un posto nei Cas. Nel frattempo il termometro è sceso sotto zero.

Tra loro c’è “Amir”, nome di fantasia, 27 anni, pakistano, studente di Scienze politiche costretto a lasciare il Paese dopo alcune gravi tensioni interne. Nei giorni scorsi è finito al pronto soccorso del San Salvatore, dove i medici gli hanno riscontrato alcune patologie, indicate nel certificato di dimissione che porta sempre con sé. Alla questura gli è stato fissato un nuovo appuntamento per la domanda di asilo il 30 dicembre. «Quando ho detto che avevo problemi di salute e non potevo dormire fuori», racconta davanti alla mensa, «mi hanno risposto allo sportello in inglese “this is not our problem”, cioè “questo non è un problema nostro”».

Nessuno di loro, intanto, ha reale contezza delle opportunità legate al decreto flussi e al cosiddetto click day, una procedura che riguarda le quote di ingresso per lavoro e che di fatto non interessa chi è già in attesa di asilo. Qualche opportunità in più, in questo periodo, potrebbe esserci ad Avezzano. «Qui vengono a mangiare, trovano coperte, scarpe e la possibilità di fare una doccia» spiega Paolo Giorgi, responsabile della Fraterna Tau. «Ma la sera restano all’aperto e il freddo ora si fa anche più duro. Se ci fosse un locale dove farli dormire lo gestiremmo gratuitamente». 

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