pettorano sul gizio

Montepulciano da Verona Sagra finisce in polemica

PETTORANO SUL GIZIO. Il Montepulciano d'Abruzzo imbottigliato a Pastrengo (Verona) scatena una “condita” polemica che rende indigesta la polenta. A due giorni trascorsi dallo svolgimento della...

PETTORANO SUL GIZIO. Il Montepulciano d'Abruzzo imbottigliato a Pastrengo (Verona) scatena una “condita” polemica che rende indigesta la polenta. A due giorni trascorsi dallo svolgimento della 52esima sagra della polenta, Anna Berghella, avvocato, presidente di FabbricaCultura e Dmc, ex presidente della locale condotta Slow Food, denuncia una situazione che «penalizza fortemente gli imprenditori agricoli». La sagra, organizzata dalla Pro loco, è famosa per la valorizzazione dei piatti tipici, tra cui, oltre alla tradizionale polenta rognosa, gli gnocchi con i mugnoli (l'erba di montagna) e le crustole, le tipiche frittelle di Pettorano sul Gizio. «Ritrovarsi sulla panca umida della 52esima sagra della polenta» afferma la Berghella «a bere un Montepulciano d'Abruzzo imbottigliato a Pastrengo, dall'etichetta e dal nome peraltro ingannatore ricordando il sole, un famoso vino di Frescobaldi e il nome un altro famoso vino toscano, con una esagerata acidità che stride con la gustosissima polenta, ha il sapore amaro della delusione». La manifestazione, come ogni anno ha richiamato migliaia di visitatori. «La Regione, si sa» rimarca «da tempo non riesce a tutelare i nostri produttori vitivinicoli impedendo con adeguate normative che la denominazione Montepulciano d'Abruzzo possa essere utilizzata anche per vini imbottigliati fuori regione». Al riguardo, Berghella, ribadendo le forti penalizzazioni subite dagli agricoltori abruzzesi, sollecita l'esclusiva distribuzione dei prodotti locali nelle manifestazioni organizzate per valorizzare il prodotto tipico. «Pertanto se un plauso va ai valorosi volontari della Pro loco che hanno fatto l'impossibile per rendere accogliente e piacevole la sagra anche con un tempo avverso» conclude «dall'altro auspico che si sia trattato di disattenzione o retaggio di abitudini da consegnare al passato, servire un vino così lontano dal nostro territorio. Un autentico colpo al cuore, che spero non sarà più ripetuto, a Pettorano come in altre sagre».

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