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Morte del ristoratore, s’indaga: slittano i funerali di Ciuffoletti
Sequestrata la salma del titolare dello Chalet di Romeo: la Procura deciderà sull’autopsia Il 68enne morto in ospedale, dove era ricoverato in seguito a un malore improvviso in casa
LUCOLI. La magistratura vuole vederci chiaro sulla morte di Romeo Ciuffoletti, il noto ristoratore della piana di Campo Felice scomparso all’età di 68 anni in seguito a un malore improvviso. L’autorità giudiziaria ha infatti disposto il sequestro della salma e, probabilmente, verrà eseguita l’autopsia per accertare l’esatta causa del decesso avvenuto dopo pochi giorni dal ricovero. Il titolare dello Chalet di Romeo era stato colto da un malore in casa. Da qui la corsa disperata in pronto soccorso e il ricovero in ospedale, dove dopo alcuni giorni il suo cuore ha smesso di battere. Una morte per la quale la famiglia si è posta degli interrogativi.
Insieme alla moglie Albina Iannini, l’imprenditore gestiva il bar ristorante sugli impianti da sci, un punto di riferimento per sportivi e appassionati di sport invernali, ma anche per i tanti operatori impegnati nel soccorso sulle piste durante il periodo di maggiore affluenza turistica. Due anni fa, il suo bar-ristoro era stato distrutto da un incendio divampato a causa di un cortocircuito. Nonostante i gravi danni che avevano reso inagibile la struttura, Ciuffoletti non si era dato per vinto, spostando l’avviata attività allo chalet Le Cerchiare. Anche durante la pandemia aveva fatto sentire più volte la sua voce. Erano i tempi in cui le restrizioni per limitare la diffusione del Covid avevano inferto un duro colpo a tutte le attività che ruotano attorno agli sport invernali. Era sempre in prima linea per la difesa del turismo dell’Altopiano delle Rocche.
La sua morte ha lasciato sgomente molte persone. Il ristoratore era molto conosciuto e apprezzato in tutto il circondario. Viene ricordato come una persona di «carattere, seria, affidabile e innamorata del suo lavoro». Originario di Lucoli, oltre alla moglie lascia anche il figlio Daniele, avvocato che vive a Terni. Ciuffoletti infatti si era trasferito per un periodo in Umbria, dove vivono l’ex moglie e il figlio. Poi, una volta tornato tra le montagne abruzzesi, aveva aperto la sua attività sugli impianti da sci tra Lucoli e Rocca di Cambio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Insieme alla moglie Albina Iannini, l’imprenditore gestiva il bar ristorante sugli impianti da sci, un punto di riferimento per sportivi e appassionati di sport invernali, ma anche per i tanti operatori impegnati nel soccorso sulle piste durante il periodo di maggiore affluenza turistica. Due anni fa, il suo bar-ristoro era stato distrutto da un incendio divampato a causa di un cortocircuito. Nonostante i gravi danni che avevano reso inagibile la struttura, Ciuffoletti non si era dato per vinto, spostando l’avviata attività allo chalet Le Cerchiare. Anche durante la pandemia aveva fatto sentire più volte la sua voce. Erano i tempi in cui le restrizioni per limitare la diffusione del Covid avevano inferto un duro colpo a tutte le attività che ruotano attorno agli sport invernali. Era sempre in prima linea per la difesa del turismo dell’Altopiano delle Rocche.
La sua morte ha lasciato sgomente molte persone. Il ristoratore era molto conosciuto e apprezzato in tutto il circondario. Viene ricordato come una persona di «carattere, seria, affidabile e innamorata del suo lavoro». Originario di Lucoli, oltre alla moglie lascia anche il figlio Daniele, avvocato che vive a Terni. Ciuffoletti infatti si era trasferito per un periodo in Umbria, dove vivono l’ex moglie e il figlio. Poi, una volta tornato tra le montagne abruzzesi, aveva aperto la sua attività sugli impianti da sci tra Lucoli e Rocca di Cambio.
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