L'AQUILA

Morte per l'infezione contratta in ospedale: risarcimento da 650mila euro

La sentenza sul decesso avvenuto nel 2016 al San Salvatore, Asl condannata a pagare

L’AQUILA. Le infezioni contratte durante i ricoveri in ospedale lo portarono alla morte. I familiari, dopo sei anni, hanno ottenuto un risarcimento del danno da parte dell’Asl di 650mila euro, più interessi.

Il caso riguarda la morte di S.I., 58enne dell’Aquila, avvenuta nel 2016. Il giudice del tribunale, Monica Croci, ha accolto la richiesta della famiglia, assistita dall’avvocato Berardino Terra, e ha condannato l’azienda sanitaria al risarcimento dei danni.

Le infezioni del paziente, già affetto da insufficienza renale, secondo quanto emerso nel dibattimento in aula, sono avvenute dopo un complesso iter clinico, con più ricoveri dell’uomo all’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Queste infezioni, sempre stando agli atti, avevano determinando «l’insorgenza di nuove patologie tra cui una endocardite e una ostiomelite alla gamba destra, nonché l’infezione dei tessuti molli della gamba sinistra». Aggiunte al già fragile stato di salute del paziente, lo portarono alla morte.

È dunque emerso che queste infezioni, e l’insorgenza delle altre patologie, sono «imputabili alla negligenza degli operatori del San Salvatore» che ebbero in cura l’uomo, oltre alla «carenza delle condizioni di igiene dell’ambiente ospedaliero».

I familiari dell’uomo hanno ottenuto il ristoro dei danni non patrimoniali subiti da perdita del rapporto parentale nonché, per quanto attiene alla moglie, anche per il danno morale patito dal defunto per la consapevolezza del proprio imminente decesso.

Le infezioni furono causate dai cateteri applicati dal personale sanitario, come accertato attraverso specifiche analisi. La famiglia si è avvalsa della consulenza tecnica del professor Mauro Arcangeli. 

Il tribunale dell’Aquila ha condannato la Asl, allora diretta dal manager Rinaldo Tordera, al pagamento di 280mila euro per la moglie, 220mila per la madre e 150mila per il fratello della vittima, oltre agli interessi e oltre al pagamento delle spese processuali di 21mila euro.